Anziano morto di Covid in Rsa, cadono le accuse contro i vertici della “Fondazione Montel”
I parenti di uno degli ospiti deceduti a causa del Covid avevano citato in giudizio la struttura perginese chiedendo di procedere per omicidio colposo e reclamando un risarcimento da circa 780mila euro. La Gip però ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal Pm
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PERGINE. I fatti risalgono al marzo 2020 quando nell’Apsp di Pergine “Fondazione Montel” di via Pive si registrarono i primi casi di positività al Sars-Cov-2 (il 5 dello stesso mese erano state sospese le visite ai famigliari). Purtroppo la pandemia causò molte vittime anche fra gli ospiti della casa di riposo, fra queste anche un ottantenne morto il 22 marzo 2020.
I parenti della vittima del Covid, assistiti dall’avvocato Fabrizio Miracolo, avevano citato in giudizio la struttura perginese chiedendo di procedere per omicidio colposo e reclamando un risarcimento da circa 780mila euro. Nel frattempo i legali della famiglia avevano presentato un esposto ai Nas di Trento chiedendo di sequestrare la struttura e i documenti dell’Rsa di via Pive.
Il processo in questione si è aperto nel 2021 ma si è concluso con un’archiviazione. La giudice per le indagini preliminari, Claudia Miori, infatti ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dallo stesso Pm ritenendo quindi infondate le accuse lanciate dai famigliari della vittima. Per la cronaca i vertici e i responsabili sanitari della “Fondazione Montel” sono stati difesi dall’avvocato Andrea de Bertolini.
Entrando nel merito della vicenda la Gip, grazie alle evidenze portate alla luce dai carabinieri dei Nas, ha constatato come all’interno della struttura, per via della carenza legata all’aumento esponenziale della domanda, non fossero disponibili tutti i Dpi necessari. Purtroppo un importante consegna di Dpi arrivò solo alcuni giorni dopo i primi contagi. Inoltre, vista la gravità della situazione, nemmeno i Dpi avrebbero potuto garantire al 100% la salvaguardia degli ospiti.
Infine, fra le accuse rivolte ai vertici della struttura c’era quella della mancata ospedalizzazione dei malati. Anche in questo caso però il processo ha stabilito che nemmeno il ricovero dell’anziano avrebbe potuto garantirne la sopravvivenza. Pertanto l’esito finale è stata un’archiviazione.