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Coronavirus, l’ex dg dell’Apss Bordon: “Il molecolare di controllo degli antigenici? Da noi, a Bologna, si fa immediatamente. È così ovunque”

Nella migliore delle ipotesi il Trentino effettua un tampone di controllo sugli antigenici positivi “entro il decimo giorno”, anche se fino a qualche settimana fa si diceva “tra i 10 e i 14 giorni”. Eppure in Emilia-Romagna il test di controllo arriva entro 24 ore. L’ex direttore generale di Apss Bordon: “È così ovunque, in tutte le Ausl emiliane romagnole si esegue il tampone antigenico rapido e in caso di positività questo viene immediatamente verificato con il tampone molecolare”

Foto d'archivio
Di Tiziano Grottolo - 16 dicembre 2020 - 05:01

TRENTO.Il caso antigenici” continua a imbarazzare la Giunta trentina che dopo aver dato tre spiegazioni diverse (e in contrasto fra loro) per quanto riguarda i test di controllo, ora programma la sua strategia difensiva su un pilatesco “dal Ministero non ci hanno detto nulla”. In sostanza, stando a quanto riferito dal presidente della Pat Maurizio Fugatti durante la conferenza stampa del 14 dicembre, il ministro Roberto Speranza avrebbe detto di non conoscere la questione. Per il presidente della Provincia ciò è sufficiente per autoassolversi e passare al contrattacco, accusando gli altri “di descrivere il Trentino in modo fuorviante”.

 

In un certo senso, a togliere le castagne dal fuoco alla Giunta leghista, ci pensa la nuova circolare emanata dal Ministero della Salute che secondo Fugatti serve a fare chiarezza su quanto possa servire un tampone antigenico rispetto a un tampone molecolare. Sostanzialmente – aggiungeva – non sarà più necessario di fronte a un antigenico positivo fare il tampone molecolare di conferma”. Il punto però è un altro e Fugatti dovrebbe saperlo perché fino a ieri i tamponi di conferma erano richiesti e c’è una grande differenza tra l’effettuare un tampone molecolare “tra il decimo e il quattordicesimo giorno”, “entro il decimo giorno” o “al decimo giorno”. Una dissonanza enorme che si ripercuote sulla fotografia reale dei contagi trasmessa al Ministero che si troverà con dei dati che non sono attuali.

 

 

A questo punto è lecito domandarsi come si procede nelle altre Regioni, per farlo Il Dolomiti ha contattato l’ex direttore generale dell’Azienda sanitaria trentina, Paolo Bordon, oggi dirigente dell’Ausl di Bologna.

 

Dottor Bordon, le chiederei di specificare quale procedura viene seguita in Emilia-Romagna per accertare i casi di positività al Covid-19…

“In tutte le azienda sanitarie della Regione Emilia-Romagna si esegue il tampone antigenico rapido e in caso di positività allo stesso questo viene immediatamente verificato con il tampone molecolare. Se questo ultimo risulta positivo il dato viene subito inserito nel Sistema informativo aziendale e regionale, dopodiché viene trasmesso come ‘caso’ all’Istituto superiore di sanità. Pertanto rispettiamo appieno l’indicazione che la definizione di ‘caso’ è tale con la conferma tramite tampone molecolare che viene eseguito subito”.

 

Quindi se ho capito bene il tampone molecolare di conferma viene eseguito il giorno stesso?

“Tendenzialmente sì. Altrimenti immediatamente dopo, al massimo il giorno dopo, ma è questa rappresenta un’eccezione al percorso perché per segnalare il ‘caso’ deve essere fatto il tampone molecolare. Così fanno tutte le Aziende”. Tutte le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna intende? “È così ovunque, Toscana, Veneto eccetera. In Trentino non so”.

 

Insomma, a quanto pare la maggior parte delle Regioni punta a confermare i tamponi antigenici positivi il prima possibile. Il Trentino al contrario, è l’unico territorio che si vanta di confermare i test antigenici a giorni di distanza, come se questo fosse sinonimo di efficienza. Con l’entrata in vigore dell’ultima circolare ministeriale dai prossimi giorni anche i positivi all’antigenico dovrebbero confluire nel conteggio totale aggiornato dalla Protezione civile, solo allora si avrà una fotografia puntuale dell’evoluzione della pandemia. Nel frattempo però il Trentino ha comunicato alla popolazione dei numeri parziali che possono aver influito sulla percezione del rischio legato alla seconda ondata della pandemia.

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