Moria di meleti, un fenomeno che interessa il Trentino da 30 anni
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
“Moria del melo, molte cause, sintomi certi” è il titolo di un articolo pubblicato dall’Informatore Agrario n. 39/2011 firmato da una quindicina di tecnici ed esperti di varie regioni frutticole italiane.
Frequenti incontri e scambi di esperienze fra gli esperti coordinati da Gastone Dallago al tempo responsabile del settore frutticoltura della Fondazione Mach (Centro trasferimento tecnologico) hanno portato alla formulazione di diverse ipotesi circa le cause prossime o remote del fenomeno che interessa da 30 anni non solo il Trentino Alto Adige.
Nell’articolo manca una diagnosi univoca e condivisa.
Il fenomeno si è ripetuto anche quest’anno. Per quanto riguarda il Trentino, in Val di Non e Valsugana. Gastone Dallago è passato a nuovo incarico (Centro di saggio fitofarmaci). Ricorda però di avere presentato alla dirigenza in carica nel 2014 un progetto intitolato “Stanchezza del terreno” che non è stato approvato.
Prevedeva tra l’altro la ricerca di portainnesti resistenti allo stress conseguente al ritorno del melo sullo stesso terreno e l’utilizzo di vari tipi di sostanza organica nella fase di preparazione all’impianto.
Non è consolante leggere sull’Almanacco Agrario edizione 1907 un articolo di Mader, direttore dell’Istituto Agrario di S. Michele, che parla di moria del melo in Alto Adige e propone una diagnosi molto semplice e netta: danno da freddo su piante ancora in vigore all’inizio dell’inverno.