Movida, dopo l'incontro studenti-Comune-esercenti i giornali "bocciano" gli universitari. Ma non è andata così
Presidente dell'Universitario, la rivista degli studenti dell'Ateneo, e studente, a mia volta, di Giurisprudenza
Gli studenti della Consulta hanno incontrato esercenti e assessori per risvegliare le notti trentine e attivare un dialogo proficuo che porti, prima o poi, alla formazione di attività in giro per la città dedicate agli universitari ed ai giovani. Va bene, è notizia ormai vecchia. Come vecchia è la notizia anche dell'incontro tra la Consulta degli Studenti e la Consulta per lo Statuto. Però, forse, qualcosa c’è ancora da dire. Ne abbiamo parlato sul giornale universitario giusto in questi giorni per dare voce agli studenti che hanno partecipato all’incontro. A Luca, Simone e Gabriele è dispiaciuto soprattutto essere stati dipinti dalla stampa locale come studentelli a lezione, lasciando trapelare alla comunità dei lettori che fossero lì quasi per caso.
Tanto casino e poi quando si tratta di fare sul serio gli universitari fanno domande e non danno risposte, non dispensando soluzioni concrete all’amministrazione locale. Leggendo la stampa trentina ho pensato anche io questo, figuriamoci l’intera comunità cittadina che non interagisce personalmente col mondo universitario. Ma le cose non stanno proprio così e oltre a raccontarcelo tra noi universitari, penso sia giusto far arrivare questo punto di vista anche a qualcun altro, fuori dalla nostra cerchia, che magari potrebbe ricredersi sulle potenzialità del mondo universitario trentino. L’incontro è stato organizzato dalla Consulta degli studenti per capire quali siano i paletti entro cui gli studenti possono muoversi, un incontro informativo insomma, come ci ha riferito Simone Valle, presidente della Consulta.
Lo stesso Valle, analizzando il confronto con assessori ed esercenti, ha ipotizzato un fraintendimento in merito allo scopo dell’incontro. Infatti, il presidente provinciale dei pubblici esercizi Peterlana ha detto loro esplicitamente di essere venuto per ascoltare la loro proposta, come fossero gli studenti a dover risolvere tutti i loro problemi, quando era chiaro che l’incontro aveva lo scopo principale di conoscersi e capire soprattutto dalle istituzioni coinvolte quali possano essere gli spazi e le modalità per realizzare eventi in città. L’assessore Stanchina, poi , ha riferito di aver organizzato, a dicembre, un mese in cui concedeva una piazza per organizzare eventi, ma il problema è che nessuno lo ha comunicato agli studenti e da ciò pare chiaro che il Comune probabilmente ha un problema di comunicazione con noi. In questo caso, poi, come è possibile che nessuno sia a conoscenza del fatto che a dicembre molti studenti sono in sessione o studiano già a pieno ritmo per gli imminenti esami di gennaio? Con le vacanze alle porte la permanenza in città è limitata alle prime due settimane del mese.
Difficile organizzare qualcosa che coinvolga veramente il mondo universitario in un periodo come quello, dove per altro la città è già invasa dai mercatini di Natale. Inoltre, parlare di una opportunità circoscritta ad un breve periodo, a mio avviso, non aiuta a trovare soluzioni veramente efficaci e durature. Forse anche l’assessore Stanchina sa tutto questo e quella proposta magari non era stata pensata proprio per gli studenti ma per altri soggetti. O forse chi può fare proposte e creare progetti non conosce bene le nostre abitudini ed esigenze. Non raccontiamoci che di opportunità di questo tipo, quasi pensate ad hoc per noi, ce ne siano a valanghe. Da quanto ci viene raccontato dai rappresentanti degli studenti possiamo, invece, cogliere tra le righe la mancanza finora di politiche concrete, di una progettualità, di un investimento serio per sviluppare la vita ( notturna e non) del mondo universitario trentino.
E allora, giustamente, vien da chiederci se siamo presi in causa solo per fare da vanto a questa città o con l’intenzione seria di essere coinvolti per poter costruire qualcosa insieme all’amministrazione, senza essere individuati esclusivamente come facili problem solvers ma come interlocutori interessati e partecipi. Non siamo esperti, non siamo nemmeno organizzatori di eventi, quindi credo sia lecito dare agli studenti una chance seria attraverso una disponibilità e un coinvolgimento vero nello sviluppo di un progetto che possa dimostrare il valore e l'importanza degli universitari per questa città . La percezione è che gli organi studenteschi non siano presi come serbatoio di spunti e soggetti di raccordo diretto col mondo universitario, utili per comunicare le possibilità che il Comune dà alla comunità e capire le reali esigenze degli studenti. Leggendo i giornali pare, invece, che l’incontro tra Consulta, assessori ed esercenti abbia piuttosto marcato bene i confini entro i quali gli organi universitari possono muoversi e siano utili: risolvere il problema movida in quattro e quattr'otto.
Trovandosi senza risposte pronte i nostri studentelli pare si siano presi una sonora insufficienza dalla stampa locale. E qui forse si nota la totale mancanza di una vera rappresentanza politica degli universitari nell’amministrazione locale, ossia di un soggetto che colleghi gli studenti e il Comune e che abbia la forza di poter imporre le proprie idee, rappresentando un sesto degli abitanti di Trento, così da non essere chiamato in causa solo per dare soluzioni o pareri non vincolanti. Forse c’è bisogno di una figura che rappresenti e difenda veramente gli interessi degli studenti. Allora sì che si dovrà richiedere una preparazione adeguata sui temi affrontati e soluzioni concrete. Finché gli organi studenteschi saranno chiamati in causa per una consulenza, non per una rappresentanza vera degli studenti non si potrà pretendere nulla da loro.