Il Psg col jet privato e le risate di Mbappé all'idea di prendere il treno: c'è un 1% di popolazione che pesa per Co2 come il 50% dei più poveri e non c'è niente da ridere
Per creare un coinvolgimento più ampio e inclusivo attorno alla causa climatica ed ecologica
Il mondo del calcio francese ieri è stato coinvolto in un'altra polemica. Non si tratta di scandali o di calciomercato ma di emissioni di CO2. Durante la conferenza stampa del Paris-Saint-Germain, un giornalista chiede come mai la squadra sia arrivata a Nantes - da Parigi - su un volo privato. La distanza in treno tra Parigi e Nantes è di circa 2h30 ed è coperta dal TGV.
"Ne avete parlato ai giocatori?" chiede l’inviato. Sguardo complice tra Mbappè e Galtier (allenatore) ed entrambi scoppiano in un "Fou rire", una risata folle. Ricomposti, Galtier risponde che si aspettava la domanda e che l'agenzia che segue gli spostamenti del PSG sta pensando a come farli muovere in "char à voile", un veicolo su ruote, alimentato solo dal vento, con una vela, usata per praticare sport sulle spiagge.
Un sarcasmo ingiustificato pensando che la Francia arriva da un'estate infernale, con temperature che hanno raggiunto i 39°C in Bretagna e una siccità senza precedenti. Sembra però che tutto il mondo sia paese. Mentre le fasce abbienti della società (siano essi calciatori, sportivi olimpionici, influencer o imprenditori) vivono ancora nell'abbondanza, il resto della società - noi - è già costretto a fare i conti con una crisi energetica senza precedenti. Il fatto, arrivato poco dopo l'aperitivo in elicottero sul ghiacciaio da parte degli influencer nostrani capitanati da Chiara Ferragni, ci mette davanti a una questione finora tralasciata ma che che dovremo risolvere nel prossimo futuro.
Chi si deve sobbarcare i costi della transizione ecologica? A oggi vediamo che gli sforzi immani di una fetta - per quanto piccola - di popolazione sono vani davanti allo stile di vita di una piccola percentuale di super ricchi.
Si stima infatti che l'1% della popolazione più ricca emetta tanta CO2 quanto il 50% più povero. Torniamo sempre alla questione del budget carbonico e di come spenderlo. Se vogliamo evitare la catastrofe climatica dobbiamo darci da fare tutti, ma alcuni un po' di più (prendo in prestito una semi citazione di Orwell che calza a pennello). La fascia di popolazione più ricca è chiamata a fare uno sforzo maggiore rispetto a noi perché le sue emissioni pro capite sono estremamente superiori alle nostre e perché ha la possibilità economica di farlo. Questo però si scontra con la classica narrazione che continuiamo a ripeterci: se sei riuscito in qualcosa (generalmente i soldi), sei giustificato in tutto. Forse nella speranza di riuscire anche noi un giorno a "farcela".
I limiti planetari ci impongono di avere un'altra visione dove ognuno deve contribuire secondo i propri sforzi a rimanere entro gli accordi internazionali sul clima. Questo passa anche per una redistribuzione delle quote di CO2 che ogni persona può emettere. Insomma, dobbiamo far sì che domani la vita dei Ferragnez diventi molto meno sexy della vita di Luca Mercalli (che da 18 anni non prende aerei, ma gli aperitivi li fa comunque).
Giustificare le risate dei calciatori davanti alla possibilità di prendere il treno come alternativa ecologica equivale a giustificare il fatto che a noi venga richiesto di smettere di utilizzare l'auto o di cuocere la pasta a gas spento. In quel momento stiamo inconsapevolmente "donando" le nostre quote di CO2 ai nostri idoli affinché loro possano continuare la loro vita da Instagram. Non si tratta di essere invidiosi. Nemmeno di essere eco-nazisti. Si tratta di voler cercare una soluzione globale che non si ripercuota - come sempre - solo sulle fasce già in difficoltà. Prima riusciremo a capirlo, prima potremo avviare una transizione ecologica ed energetica che sia equa in tutta la società. Gli elicotteri in montagna teniamoli solo per il soccorso alpino, che lì servono veramente.