Con l'autunno alle porte ecco cosa dovrebbero fare gli Stati europei per il risparmio energetico
Per creare un coinvolgimento più ampio e inclusivo attorno alla causa climatica ed ecologica
Abbiamo deciso di scrivere un paio di articoli per definire, sia a livello individuale che a livello nazionale, come affrontate questo inverno dal punto di vista energetico. L’inverno che sta per arrivare si profila difficile dal punto di vista economico ed energetico per tutti noi. Questa prima parte riguarda le azioni che gli Stati dovrebbero intraprendere, mentre nel prossimo articolo parleremo delle misure che possiamo adottare noi cittadini. Tramite delle indicazioni della IEA (Agenzia internazionale dell’energia) potremo capire quali sono le azioni a livello nazionale da seguire per ridurre la nostra dipendenza dal gas.
Poche settimane dopo l’invasione Russa in Ucraina, l’IEA pubblicò i 10 punti per ridurre la dipendenza dal gas russo, che illustrava azioni pratiche che l’Europa avrebbe potuto intraprendere. Il documento sottolineava la necessità di massimizzare le forniture di gas da altre fonti, accelerare la diffusione dell'energia solare ed eolica, sfruttare al meglio le fonti energetiche a basse emissioni esistenti, come le fonti rinnovabili e il nucleare, aumentare le misure di efficienza energetica nelle case e nelle aziende e adottare misure per risparmiare energia abbassando il termostato.
Ci sono stati alcuni sviluppi (come sul fronte della diversificazione degli approvvigionamento) ma pochi sul lato della domanda di gas naturale. In questo contesto, l’IEA ci propone 5 azioni concrete che i leader europei dovrebbero prendere in concerto.
Li elenchiamo qui sotto:
1. Introdurre piattaforme d'asta per incentivare gli utenti industriali di gas dell'UE a ridurre la domanda. I consumatori industriali di gas possono offrire una parte della loro fornitura contrattuale di gas come prodotto di riduzione della domanda a fronte di una compensazione, che può portare a guadagni di efficienza e a un processo di offerta competitivo. Abbiamo già visto modelli di asta sviluppati in Germania e proposti nei Paesi Bassi.
2. Ridurre al minimo l'uso del gas nel settore energetico. Ciò può essere fatto aumentando temporaneamente la produzione di carbone e petrolio, accelerando al contempo la diffusione di fonti a basso contenuto di carbonio, tra cui l'energia nucleare laddove sia politicamente accettabile e tecnicamente fattibile.
3. Migliorare il coordinamento tra gli operatori del gas e dell'elettricità in Europa, anche per quanto riguarda i meccanismi di risparmio dei picchi. Ciò può contribuire a ridurre l'impatto della riduzione del consumo di gas sui sistemi elettrici. Dovrebbe essere inclusa una stretta cooperazione sul funzionamento delle centrali termiche a livello nazionale ed europeo.
4. Ridurre la domanda di elettricità delle famiglie fissando standard e controlli per il raffreddamento. Il governo e gli edifici pubblici dovrebbero prendere l'iniziativa per dare l'esempio, mentre le campagne dovrebbero incoraggiare i cambiamenti di comportamento dei consumatori.
5. Armonizzare i piani di emergenza in tutta l'UE a livello nazionale ed europeo. Ciò dovrebbe riguardare le misure di riduzione della fornitura e i meccanismi di solidarietà. Per superare l'attuale crisi, l'UE ha bisogno di un'azione unitaria.
Oltre alle misure sopra descritte, i governi europei devono anche preparare i cittadini europei a ciò che potrebbe accadere. Le campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica nel contesto di una crisi energetica hanno già avuto successo in passato, riducendo la domanda di energia a breve termine di diversi punti percentuali. Ogni azione è importante. Semplici misure, come abbassare il riscaldamento di un paio di gradi in Europa, possono far risparmiare la stessa quantità di gas naturale che viene fornita durante l'inverno dal gasdotto Nord Stream.
L’obiettivo è quello di arrivare al 90% degli stoccaggi europei di gas entro l’inverno (ipotizzando che NordStream ritorni operativo) in modo da permetterci di superare questo inverno. Considerando che poi la stagione invernale durerà più a lungo nei paesi nordici, per quanto questi paesi stiano provvedendo in maniera più solerte ad elettrificare i sistemi di riscaldamento, dovremo concentrarci a lavorare sulla solidarietà energetica a livello europeo e non solo nazionale. Il fatto che l’Italia abbia quasi dimezzato la nostra indipendenza dal gas russo non implica automaticamente che arriveremo al 90% della scorta entro la fine dell’estate.
Il nostro collettivo è di forte stampo europeista e solidale. La sicurezza energetica italiana nella nostra ottica non è diversa dalla sicurezza energetica europea e per raggiungere i risultati previsti non potremo fermarci ai nostri confini interni ma guardare il quadro energetico dell’intero continente. Così come per poter affrontare la crisi climatica in corso, sta anche a noi individui adottare da subito uno spirito di impegno, cooperazione, responsabilità e solidarietà per affrontare insieme quest’anno e i prossimi senza farci troppo male.