Abbiamo tanta CO2 come nel Pliocene quando il mare era più alto di 5 metri ma possiamo ancora non fare la fine della rana bollita
Per creare un coinvolgimento più ampio e inclusivo attorno alla causa climatica ed ecologica
Che il clima stia cambiando ce ne stiamo accorgendo un po’ tutti: Vaia, l’acqua alta, la siccità, il crollo del ghiacciaio della Marmolada, delle estati infernali. Da qualche anno a questa parte gli effetti della crisi climatica si stanno facendo sentire, anche violentemente, sui nostri territori. Quali sono le cause? E soprattutto, è vero che il clima è sempre cambiato? Cerchiamo di analizzare i dati - per quanto in modo semplice - per poter capire dei problemi complessi però fondamentali.
Come detto prima, durante le ere geologiche (tramite gli studi delle carote glaciali e della composizione delle rocce) il clima sul nostro pianeta ha subito molte variazioni. Siamo passati da una terra ricoperta di ghiaccio alle foreste tropicali ai poli. Come è possibile tutto questo? La paleoclimatologia (il ramo della scienza che studia come il clima terrestre si sia modificato durante i millenni) ci dice che c’è una correlazione tra la concentrazione di CO2 (anidride carbonica) nella nostra atmosfera e la fluttuazione delle temperature. Questa CO2 agisce da termostato per il nostro pianeta: aumentandone il quantitativo si accentua l’effetto serra che scalda il pianeta. Diminuendo in concentrazione il nostro pianeta si raffredda (e questi periodi coincidono appunto con le ere glaciali).
Quello che stiamo vivendo ora però si slega dalle logiche naturali sopra citate, in cui l’estensione della vegetazione permetteva di regolare l’anidride carbonica in aria. L’attuale aumento delle temperature a livello globale è dovuto ad un fattore antropico, ossia alla mano dell’uomo. Dalla rivoluzione industriale, circa dal 1850, l’uomo ha iniziato a bruciare combustibili fossili (carbone, petrolio e gas) in grandi quantità, sprigionando in atmosfera CO2 come prodotto di queste combustioni. Ad oggi, la concentrazione è aumentata del 50% rispetto a quella presente in atmosfera nel 1700.
L’ultima volta che la terra ha visto una concentrazione di CO2 pari a quella odierna è stato durante un’epoca geologica chiamata pliocene, 4 milioni di anni fa. In quel periodo il mare era più alto di una quindicina di metri rispetto ad ora e la savana si estendeva all’artico. Perché oggi questo non accade? Qui entra in gioco il fattore tempo: mai nella storia del pianeta si è verificato un incremento così repentino di anidride carbonica in aria. Il sistema Terra è dotato di grande inerzia per cui l’aumento attuale è di soli +1,1°C sulla media globale (parliamo di media globale, mentre le nostre valli localmente hanno già subito un aumento della temperatura pari a +3°C).
Cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro? Sappiamo che possiamo limitare i danni sugli ecosistemi e sulla nostra specie se smettiamo subito di bruciare combustibili fossili e passiamo ad un giusto mix di rinnovabili e sobrietà energetica. Questo dovrebbe permette di stabilizzarci entro i limiti degli accordi di Parigi, che fissano la soglia di cautela a +1,5°C. Dovremo lo stesso convivere con gli eventi estremi che saranno sempre più violenti e sempre più frequenti. Se non ci riusciremo, l’alternativa è di arrivare a fine scolo con un pianeta in gran parte invivibile per la specie umana.
Attenzione dunque: quando si giustifica l’aumento delle temperature con un fatto naturale, come le tempeste solari e la rotazione dell’asse terrestre, si stanno riportando informazioni false e non condivise dalla comunità scientifica. Inoltre si cerca di mettere la testa sotto la sabbia: se questo è un problema naturale noi siamo giustificati a non modificare il nostro stile di vita o a adottare modelli di adattamento per la nostra società. Gli ultimi rapporti internazionali in merito ci dicono che la finestra temporale per evitare la catastrofe è ancora aperta: abbiamo i mezzi, le tecnologie e i soldi per non fare la fine della rana bollita. Sta solo a noi, come società globale, decidere di farlo subito.