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Venticinquemila chilometri tra le Dolomiti e il Pacifico: il viaggio di un bellunese alla scoperta della Via della Seta

Partito dal paese natale di Puos d'Alpago, in provincia di Belluno, Mario Cimarosti ha compiuto in vent'anni oltre 24mila chilometri, esplorando l'Asia lungo la via che fu percorsa da Marco Polo. Tutte le esperienze le ha raccolte in "Ai confini dell'Asia. Avventure e incontri tra zar, sultani e maioliche", libro disponibile in libreria e online, per viaggiare con la mente in questo momento di chiusura dei confini

Di Davide Leveghi - 26 May 2020 - 12:18

BELLUNO. Quasi 25mila chilometri percorsi attraverso 14 fusi orari, accumulando esperienze in vent'anni alla scoperta dei luoghi mitici dell'est e della Via della Seta, lungo quella millenaria strada che congiunge le terre più remote dell'Asia all'Europa, e all'Italia in particolare. Storie che Mario Cimarosti, un 46enne di Puos d'Alpago, in provincia di Belluno, ha deciso di raccogliere in un volume.

 

Bukhara, il monte Ararat, la “fu Costantinopoli” Istanbul , il deserto dei Gobi, la mitica Transiberiana che percorre le steppe siberiane conducendo dalla Russia europea a Vladivostok, il più grande porto russo affacciato sull'oceano Pacifico. E ancora il tempio di Zarathustra sul mar Caspio, la “città degli zar” San Pietroburgo, fucina della storia russa e sovietica, la capitale Mosca e Pechino. I luoghi che vivono nei racconti di Ai confini dell'Asia. Avventure e incontri tra zar, sultani e maioliche sono quelli che animano i sogni e l'immaginazione di chiunque, intimorito ed incuriosito, volge il proprio sguardo verso l'Est.

 

 

Nato in un piccolo paesino del bellunese, l'autore del libro ha deciso di raccontare i suoi viaggi in questa difficile fase di restrizioni. Perché, anche se in maniera decisamente diversa, si “può viaggiare anche dal divano”, leggendo, scoprendo, informandoci e sconfiggendo noia e paura. Così come nei lunghi viaggi, racconta Mario, si sono sconfitti i pregiudizi, entrando in contatto con popoli e culture diversi dalla nostra.

 

Viaggiare, d'altronde, aiuta anche ad apprezzare di più il luogo del nostro cuore, la nostra casa. E così, chiudendo gli occhi sotto la neve in Piazza Rossa o sui monti dell'Armenia o dell'Azerbaijan, Cimarosti immagina le sue Dolomiti. Odora i boschi sterminati e incontaminati della Siberia ed immagina quelli sulle proprie montagne.

 

Anche gli specchi d'acqua segnano dei punti da cui partono i viaggi dell'autore. Dal Mar Baltico su cui si affaccia San Pietroburgo, allo stretto che separa le due anime di Istanbul, tra il Mar di Marmara e il Mar Nero, fino ai laghi caucasici o siberiani, visibili dai finestrini della Transiberiana, costruiti anche da operai italiani alla fine dell'800. Laghi e soprattutto montagne, luogo dell'anima per un bellunese, che nonostante le migliaia di chilometri di distanza, sente comunque la vicinanza a casa anche sui monti del Caucaso, tra i monasteri georgiani, il popolo armeno mai dimentico della grande tragedia vissuta a inizio del secolo scorso per mano dell'Impero ottomano ed i luoghi affascinanti e pieni di storia dell'Asia Centrale.

 

 

Luoghi che hanno ispirato Cimarosti, come quando sotto la neve di una Mosca da poco uscita dal comunismo, scrisse la sua prima poesia sulla Russia, o quando ha avuto la possibilità di riflettere e meditare in compagnia dei monaci buddisti abbarbicati sui monasteri rocciosi di Chengde, a qualche ora di treno da Pechino.

 

Un'avventura, o meglio una serie di avventure, che pertanto meritavano di essere raccolte in un libro, ispirato non a caso a chi fu precursore dei grandi viaggi verso Est, il veneto, anche lui, Marco Polo. “Prendendo appunti di viaggio, emozioni quotidiane, incontrando persone di popoli lontani e genti accoglienti ed ospitali, ho raccolto oltre 20 anni di esperienze straordinarie che mi hanno insegnato ad abbattere le barriere dei pregiudizi – racconta Cimarosti – poi due anni fa esattamente a settembre 2018 ho pensato che fosse giunto il momento di raccogliere in un libro le mie esperienze vissute tra questa gente, per far conoscere a più lettori possibili le meraviglie all'ombra di Zar, Sultani e maioliche, un viaggio intenso, ricco di emozioni e di incontri, un percorso straordinario di 24441 chilometri”.

 

 

Infine, racconta Cimarosti, nel libro si racconta “con orgoglio” della collaborazione con le Nazioni Unite, nel 1994, quando in divisa degli alpini partecipò alla Missione Albatros in Mozambico, come casco blu dell'Onu. Esperienza da cui è nato un amore verso quella terra, testimoniato dall'appartenenza all'associazione Onlus AMO (Amici del Mozambico) di Padova, impegnata in iniziative di solidarietà in terra africana.

 

Questo percorso immenso attraverso mezzo pianeta – conclude l'autore - ha riempito la mia anima di viaggiatore, mi ha avvicinato alla meditazione scoperta e osservata in oriente, diventando il viaggio stesso una insperata cura dell'anima, incentivando la mia sete di conoscenza, riempiendo la mia valigia di innumerevoli altri punti di vista”.

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