Quel giorno Maurizio Fondriest alzò le mani al cielo incredulo e divenne ''Monsieur le champion du monde 1988''
Storia di un'impresa centrata dal clesiano Maurizio Fondriest, giovanissima promessa del ciclismo azzurro, che il 28 agosto del 1988 si laureò (clamorosamente) Campione del Mondo di ciclismo su strada ad appena 23 anni e dopo una sola stagione tra i “pro”
TRENTO. Ronso è un piccolo borgo della provincia delle Fiandre Orientali. Abitato da circa 25mila persone è il secondo comune più popoloso dell’Arrondissement di Oudenaarde, il capoluogo di una terra nota per i tessuti e in cui il ciclismo è lo sport più praticato e seguito, al pari del calcio in Italia, Spagna e Inghilterra. Il 28 agosto 1988, Ronso divenne una sorta di “possedimento” d’Oltralpe della provincia di Trento e mai, come in quel pomeriggio estivo di 35 anni fa, la Valle di Non e tutto il Trentino diventarono un tutt’uno con questo paesino belga, sino a quel momento sconosciuto ai più.
Il clesiano Maurizio Fondriest, giovanissima promessa del ciclismo azzurro, si laureò infatti (e clamorosamente) Campione del Mondo di ciclismo su strada ad appena 23 anni e dopo una sola stagione tra i “pro”. Nel biennio da dilettante, con la maglia della Zalf Fior, aveva conquistato eccellenti risultati e anche nella stagione d’esordio nella “serie A” del ciclismo aveva confermato quanto di buono tutti gli addetti ai lavori dicevano di quel ragazzo proveniente da una valle del Trentino che, sino a quel momento, differentemente dalla valle di Cembra, non aveva espresso ciclisti di alto livello.
Nella stagione 1987 - 1988 Fondriest conquistò un lusinghiero secondo posto alla Milano - Sanremo (che vincerà poi nel 1993) alle spalle di Fignon, vinse il Gran Premio Industria e Commercio di Prato, all’epoca corsa di valore internazionale e chiuse terzo al campionato italiano di Imola alle spalle di Gavazzi e Saronni. Convocato dal Ct Alfredo Martini come gregario in una “Super” Nazionale che aveva come punte di diamante gli ex Campioni del Mondo Beppe Saronni (Goodwood 1982) e Moreno Argentin (Colorado Springs 1986) e Gianni Bugno (che vincerà i Mondiali del 1991 e 1992 rispettivamente a Stoccarda e Benidorm), oltre ad Amadori, il compianto Ballerini, Bontempi, Cassani, Colagè, Gavazzi, Ghirotto e Leali.
Uno “squadrone”, un vero e proprio “Team delle Meraviglie”, con il più giovane del gruppo, l’ “Underdog” della situazione, capace di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Il ritmo del Mondiale dei record (166 corridori in rappresentanza di 26 Paesi) è subito altissimo: il lussemburghese Enzo Mezzapesa cerca l’impresa di giornata ma viene ripreso, poi parte una maxi fuga con Bontempi e Bugno che non perdono il treno, mentre gli spagnoli di Fernandez e i danesi di Sorensen restano fuori. Gli attaccanti scappano via e il film sembra scritto: volata ristretta per la maglia iridata. Da dietro non mollano e, a meno di due giri dal termine, arriva l’inatteso ricongiungimento.
All’ultima delle 20 tornate l’idolo di casa Claude Criquelion, già iridato a Barcellona quattro anni prima, piazza uno di quegli scatti destinati a lasciare il segno: il belga è un eccellente corridore che ha nel proprio palmàres un Giro delle Fiandre, due Freccia Vallone e una Clàsica di San Sebastiàn. Parte “secco”, ma Fondriest è reattivo, la gamba risponde benissimo e il trentino si accoda. Volano letteralmente via: da dietro Fignon prova a rientrare, ma un grande Cassani, che già all’epoca dimostrava di possedere superbe doti tattiche, fa da stopper e frena ogni tentativo di rincorsa del gruppo.
All’ultimo chilometro il Mondiale sembra un “affare” per due, ma dalle retrovie arriva come un treno il canadese Steve Bauer, argento alle Olimpiadi di Los Angeles e bronzo mondiale nel 1984. Nessuno parte, Adriano De Zan, la “voce” del ciclismo italiano, parla “di sprint al rallentatore perché nessuno ha il coraggio di partire”. A poco più di 200 metri è Bauer a rompere gli indugi, lanciando la volata, Criquelion resta a ruota e poi prova ad infilarsi tra il canadese e le transenne con Fondriest terzo e a distanza di sicurezza.
Succede l’impensabile: Bauer sbanda sulla destra, allarga il gomito, manda a terra il belga e perde il passo e, allora, a settantacinque metri dall’arrivo Fondriest salta tutti e diventa campione del Mondo, portandosi immediatamente le mani sul volto in un misto di gioia, commozione e incredulità. Per la cronaca Bauer viene squalificato, Criquelion arriva undicesimo al traguardo a piedi e spingendo la bici, ormai inutilizzabile.
Ronso diventa provincia di Trento, ma non solo per un pomeriggio, perché - ancora oggi - se in Belgio, terra di ciclisti, grimpeur e di “Sua Maestà” Eddy Merclx, chiedete chi è Maurizio Fondriest tutti vi risponderanno: “Monsieur le champion du monde 1988”. E scusate se è poco…