L'8 marzo si festeggia anche in Etiopia: grazie a Medici dell'Alto Adige promossi progetti per garantire un reddito sicuro alle donne e alle giovani madri
Attualmente, ottanta donne di tre villaggi della zona di Dakuna, che si trova 200 km a sud di Addis Abeba, sono attivamente coinvolte nel progetto. Le donne ricevono formazione nella produzione di cesti, stuoie, borse e altri articoli. Un budget iniziale le aiuta a vendere nei mercati locali

BOLZANO. La Giornata della donna si celebra anche in Etiopia, come dimostra il progetto "Dakuna", promosso dall'associazione Medici dell'Alto Adige per il mondo e che viene realizzato nella regione di Guraghe, 200 km a sud di Addis Abeba. Dal 2022 è gestito dalle suore keniote Josephine e Lydia dell'ordine Missionary Community of Saint Paul the Apostle.
Nell'ambito del progetto, è stato realizzato un centro, la cui costruzione è stata finanziata dai Medici dell'Alto Adige per il mondo che, insieme alla diocesi di Emdibir, continuano ad espandere l'iniziativa, dedicandosi con impegno alla causa del supporto femminile nella zona. L'obiettivo del progetto "Dakuna" è garantire un reddito sicuro alle donne, in particolare alle giovani madri.
Attualmente, ottanta donne di tre villaggi della zona di Dakuna sono attivamente coinvolte nel progetto, e l’interesse per l’iniziativa cresce costantemente. Altre ottanta donne sono già in lista d’attesa per unirsi al programma, evidenziando la necessità di risorse aggiuntive. Per poter accogliere tutte le richiedenti, è necessario completare la fornitura di elettricità e acqua, così come costruire una recinzione che garantisca un ambiente lavorativo sicuro, oltre ai servizi igienici.
"Le donne in Africa sono davvero fonte di ispirazione: sono determinate, instancabili, non vogliono solo tenere a galla le loro famiglie, ma migliorare le condizioni di vita" afferma Gabriele Janssen Pizzecco, direttrice dell'associazione.
Testimonianze giungono anche da donne coinvolte direttamente nel progetto, come Sofia Asfa, madre di 5 figli, che racconta: "Sono così grata per questa opportunità. Posso guadagnare e lavorare insieme ad altre donne e questo mi permette di mandare i miei figli a scuola".
Le donne ricevono formazione nella produzione di cesti, stuoie, borse e altri articoli. Un budget iniziale le aiuta a vendere nei mercati locali. Si stanno però sviluppando nuove idee, come la produzione di braccialetti e accessori di perle. Il progetto ha l’obiettivo di espandere il suo impatto positivo, ma le risorse finanziarie rimangono una sfida cruciale. La comunità è fiduciosa che, grazie all’impegno dei cosponsor e dei sostenitori locali, saranno presto disponibili i fondi necessari per far crescere ulteriormente l’iniziativa, continuando così a rendere possibile l’emancipazione delle donne nella regione di Guraghe.