"Centrodestra a Trento, disastro annunciato". Cia durissimo: "Per FdI il vero avversario da umiliare è la Lega: Trentino ridotto a pedina nelle partite di potere giocate a Roma"
Le dure parole del consigliere regionale Claudio Cia sulla zoppicante corsa del centrodestra verso le comunali del 4 maggio: "Peggio di così non poteva andare: c’è chi ha seminato zizzania con precisione, creando divisioni e tensioni. E i responsabili non sono certo i trentini"

TRENTO. Sono parole dure e amareggiate, quelle del consigliere regionale Claudio Cia, ex candidato sindaco e figura di spicco del centrodestra trentino.
"Fino ad oggi – e continuerò a farlo – sono rimasto alla finestra ad osservare il panorama politico - scrive Cia -, e da ex candidato sindaco di Trento per tutto il centrodestra nel 2015 non posso che constatare con amarezza che peggio di così non poteva andare. Questo disastro non è frutto del caso: c’è chi ha seminato zizzania con precisione, creando divisioni e tensioni. E i responsabili non sono certo i trentini".
"È da un po' di tempo – e in questi ultimi mesi lo si è visto in modo plastico – che personaggi inquietanti si aggirano per il Trentino come emissari politici, al servizio di chi lavora per ridurre all'insignificanza la nostra Autonomia, piegarla e asservirla alle logiche e alle ambizioni dettate dal livello nazionale. Ne parlo con cognizione di causa: ne sono stato testimone diretto e ho sperimentato in prima persona queste machiavelliche operazioni".
"Mi dispiace - prosegue Cia - soprattutto per Trento: la coalizione di centrodestra autonomista ne esce a pezzi. Quella che doveva essere una candidatura trasversale si è rivelata una candidatura "di traverso", finendo per diventare un elemento divisivo più che di sintesi del centrodestra. Non perché la candidata abbia un’indole negativa o tendenziosa, ma semplicemente perché – e lo ha dimostrato allontanando le liste civiche – obbedisce a Roma, agli emissari che l'hanno scelta ed elevata al rango di candidata sindaco: Fratelli d'Italia. Il finale di questa vicenda è già scritto: non appena entrerà in Consiglio comunale – e lo farà da consigliera, non certo da sindaco – finirà, inevitabilmente, nel gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. E non potrebbe essere altrimenti".
Insomma, secondo Cia il "problema" arriva da Roma, non dal capoluogo trentino: "In questo momento, purtroppo, le priorità della Capitale non coincidono con le nostre: non interessa la città di Trento, non interessano i trentini e tantomeno l'unità del centrodestra. L’avversario che si vuole mettere sotto pressione, all’angolo e possibilmente umiliare, non è il sindaco Franco Ianeselli né il centrosinistra, che a livello nazionale non viene neppure considerato competitivo, ma la Lega. Non è un mistero che sia in corso, da parte di "Fratelli di chat", una manovra ostile ai danni della Lega per insinuarsi nelle roccaforti del Nord Italia, dove il partito di Salvini è storicamente ben radicato, con l’obiettivo finale di scalzarlo. Questa è la vera partita. E il Trentino è diventato un campo di battaglia in questo gioco di Risiko".
"La campagna comunale di Trento, e non solo, è finita in questo copione che, in questa partita, considera d'intralcio i movimenti civici, in particolare quelli che non sono inclini a barattare la dignità del Trentino per entrare nelle grazie romane e magari ottenere qualche compensazione personale a scapito dei nostri territori. Fratelli d’Italia, infatti, ha bisogno di un confronto rigido e controllato, senza variabili impreviste. Ma i movimenti civici rischiano di comprometterne l’efficacia, spostando il dibattito su un terreno più concreto e meno ideologico".
"Nella speranza - conclude Cia - che questo spettacolo non allontani ancor di più i cittadini dalle urne, ora, con il nostro voto, potremo decidere se ci va bene così. Io, nel frattempo, torno alla finestra. Ma per chiuderla: ne ho viste abbastanza. Non per questo mi faccio da parte. Anzi, continuo il mio lavoro da consigliere provinciale e regionale, perché il Trentino ha bisogno di chi lo difenda da chi lo vuole ridurre a una pedina nelle partite di potere giocate altrove".