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La Coldiretti scende in piazza contro i cinghiali e per sensibilizzare le istituzioni. Anche la Lega protesta con gli agricoltori contro sé stessa

Oltre 150 agricoltori e una rappresentanza di amministratori comunali hanno partecipato all'appuntamento organizzato da Coldiretti sul tema dei cinghiali. Anche i vertici provinciali sono scesi in piazza, un po' come in occasione della manifestazione sui lupi del 2019

Di Luca Andreazza - 08 luglio 2021 - 21:37

TRENTO. Si segue sostanzialmente il copione della manifestazione del 2019 sul lupo con la Coldiretti scesa in piazza per protestare con la Provincia e la Lega contro la Provincia e la Lega (Qui articolo). Oltre 150 agricoltori e una rappresentanza di amministratori comunali hanno partecipato alla manifestazione organizzata da Coldiretti sul tema dei cinghiali. Nelle scorse ore l'associazione aveva annunciato la scesa in piazza per il crescente disagio che causa l'aumento incontrollato di questo tipo di fauna sul territorio nazionale.

 

"Si tratta della prima di una serie di iniziative - spiega Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti del Trentino Alto Adige - per porre l’attenzione su un disagio che tocca non soltanto molteplici attività economiche, ma impatta anche sulla vita dei cittadini. La diffusione del cinghiale rappresenta un problema serio in molte regioni e anche nella nostra provincia, se non si adottano in tempi brevi misure adeguate, ci ritroveremo in poco tempo con una crescita incontrollata dei capi e conseguenze gravi dal punto di vista economico e sociale. Lo scopo è proprio quello di sensibilizzare le istituzioni a tutti i livelli per trovare insieme le giuste soluzioni". 

 

In Italia dopo il lockdown per l’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari, sottolinea la Coldiretti, con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute. La stima a livello nazionale è di almeno 200 milioni di euro all'anno alle produzioni agricole.

 

"Non ci limitiamo a denunciare la problematica - prosegue il direttore Enzo Bottos - ma, dopo aver analizzato le dinamiche, proponiamo una soluzione concreta attraverso una proposta di legge. Una delle principali novità è la possibilità, anche su segnalazione delle organizzazioni agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale, data ai proprietari o i conduttori a qualsiasi titolo dei fondi in cui siano stati accertati danni alle colture, all’allevamento, ai boschi e alle foreste, ai beni aziendali o alle opere di sistemazione agraria a svolgere le attività di cattura e abbattimento della specie cinghiale". 

La Coldiretti trentina ha consegnato ai vertici della Provincia il documento di "procedura per il controllo della specie cinghiale ed il contenimento in ambito urbano", una proposta normativa che verrà presentata in tutte le Regioni d’Italia. Associazione che incassa dalla Provincia il "Pieno sostegno nell'iniziativa e l'impegno a appoggiare le istanze nel confronto con il governo. Nella convinzione - dice l'assessora Giulia Zanotelli - che il problema, quello in primo luogo del contenimento dei cinghiali, vada affrontato a livello nazionale, senza però rinunciare al ruolo di primo piano del Trentino, che grazie all’autonomia ha già centrato importanti risultati sul tema".

 

Nel comunicato stampa con titolo molto enfatico "Contenimento dei cinghiali e fauna selvatica, i risultati del Trentino” si spiega che "Il Trentino ha comunque fatto la sua parte e così continuerà in futuro: le nuove misure di contenimento adottate per i cinghiali hanno già dato risultati positivi. E' in corso il tavolo tecnico con Azienda sanitaria, i Servizi provinciali Foreste e Agricoltura e i cacciatori sulla peste suina. Non mancheremo di far presente le nostre iniziative e proposte a livello ministeriale, a sostegno degli operatori di un settore determinante per l’economia e il territorio trentino". Ma di numeri e di risultati non sembra esserci poi molto altro nel comunicato

 

E' evidente che il cinghiale può rappresentare un elemento di criticità, legittimo che Coldiretti manifesti il disagio ma non sembra nemmeno esserci in Trentino un'analisi della consistenza di questi animali. Una delibera provinciale sulla Peste suina africana inoltre aveva creato qualche fibrillazione nel comparto (Qui articolo).

"C'è il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute - aggiunge Bottos - che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste suina africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali (QUI APPROFONDIMENTO). L’azione dunque secondo il Piano – continua la Coldiretti – deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette".

 

La Coldiretti chiede che le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato e operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali: gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza; l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale; gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale. 

 

E ancora che il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio; le carni degli animali vengano destinate alla beneficienza nel rispetto di standard di sicurezza o vengano valorizzati a sostegno dell’economia locale; che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza".

 

Intanto anche il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ha sottolineato i risultati ottenuti a livello provinciale in tema di gestione della fauna selvatica, in particolare di grandi carnivori. “Le linee guida per l’orso appena adottate - commenta il governatore - ci consentiranno di intervenire qualora le condizioni dovessero richiederlo. Questo strumento ha ricevuto il via libera dell’Ispra e quindi del ministero dell’ambiente, un passaggio che non era affatto scontato. Ora stiamo lavorando per ottenere delle linee guida analoghe per il lupo. Il confronto dovrà coinvolgere anche le altre Regioni, ma noi ci muoviamo per dare risposte e tutelare gli operatori economici che lavorano sulle nostre montagne”.

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