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Rimasto in Ucraina per salvare i suoi animali, gli aiuti per Andrea Cisternino bloccati a Kyiv, a 50 chilometri dal rifugio: “Non ci sono più viveri”

Gli aiuti umanitari dell'Enpa sono arrivati a Kyiv ma il Rifugio Italia Kj2, gestito da oltre 10 anni dall'italiano Andrea Cisternino, dista una cinquantina di chilometri dalla capitale ucraina ed al momento trasferire viveri e medicine è molto difficile

Di Filippo Schwachtje - 01 aprile 2022 - 17:56

KYIV. Da due giorni ormai Andrea Cisternino, i suoi collaboratori ed i circa 450 animali che in Ucraina vivono nel Rifugio Italia Kj2 (Qui Articolo) sono senza cibo, costretti a recuperare l'acqua da un pozzo e bollirla per poterla bere senza rischi: gli aiuti inviati dell'Enpa sono arrivati a Kyiv ma il rifugio gestito dall'italiano dista circa 50 chilometri dalla capitale ucraina e senza un cessate il fuoco temporaneo sarà difficile riuscire a portarli a destinazione.

 

A riportare la situazione a il Dolomiti è Anna Raimondi, del Comitato Uniti per loro Animali-Ambiente: “Ogni mattina parlo con Andrea al telefono, e la situazione all'interno del rifugio ora è drammatica”. Fin dall'inizio del conflitto Cisternino ha deciso di non tornare in Italia e rimanere nel suo rifugio a nord di Kyiv, all'interno del quale insieme all'aiuto di quattro collaboratori e della moglie ospita da oltre 10 anni centinaia di animali salvati da varie situazioni di maltrattamento.

 

Nelle scorse settimane si sono moltiplicati gli appelli per sostenere Cisternino e l'Ente nazionale protezione animali ha inviato alcuni giorni fa un carico di aiuti umanitari per rifornire il rifugio di alimenti destinati ad umani ed animali, medicinali ed acqua. “Il carico è ancora fermo a Kyiv – spiega però Raimondi – perché tra la capitale ed il rifugio di Andrea sono stanziate le forze russe ed è molto difficile riuscire a passare. Nella giornata di ieri alcune scatole di medicine sono fortunatamente arrivate grazie all'azione di un'associazione ucraina, ma è molto difficile riuscire a trasferire gli aiuti nella zona”.

 

“La possibilità di far giungere viveri nell'area è legata ad una sospensione dei combattimenti da parte dei belligeranti” aveva sottolineato qualche giorno fa in una nota il Ministero degli Esteri in merito alla situazione del nostro connazionale in Ucraina. Quel che è certo, dice Raimondi, è che in questo momento “le scorte di cibo, sia per gli animali che per gli esseri umani, sono esaurite all'interno del rifugio”. Ad aggravare la situazione anche l'aumento del numero totale di animali ospitati nella struttura, dove prima di andarsene gli allevatori della zona hanno lasciato i loro capi. “Una cavalla arrivata pochi giorni fa – conclude Raimondi – era incinta e ieri ha partorito una puledrina. La nuova arrivata nel rifugio è stata chiamata Vika, che in ucraino significa 'vittoria'". La speranza è che sia un buon auspicio.  

 

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