Lula nuovo presidente del Brasile, il consorzio Brasil Trentino: "Situazione di alta tensione, il Paese è spaccato e serve ricostruire la pace interna"
Dalle elezioni che hanno sancito la vittoria di Lula il Brasile è uscito profondamente spaccato. Armando Stefani presidente del Consorzio Brasil Trentino: "La divisione del Paese è una delle cose più preoccupante con le sfide che si trova davanti"
TRENTO. “La nostra speranza è che queste elezioni possano portare finalmente un po' di pace nel Paese ma al momento la tensione è davvero alta”. Usa queste parole Armando Stefani presidente del Consorzio Brasil Trentino. Sono migliaia i trentini che in passato sono migrati in Brasile. Il legame, ancora oggi, è molto forte e le recenti elezioni hanno rappresentato un momento davvero importante attentamente seguito anche dal Trentino.
A spoglio concluso solo due milioni di scarto separano i contendenti alla presidenza: Lula ha incassato il 50,90% delle preferenze (60.345.999 voti) mentre Bolsonaro si è fermato al 49,1% (58.206.354 voti). Un Brasile, insomma, profondamente spaccato.
“Queste elezioni sono state un evento di portata storica e molto atteso dalla popolazione” ci spiega Stefani che però non nasconde i propri timori. “Una delle cose preoccupanti con cui dobbiamo fare i conti oggi – spiega - è la spaccatura del Paese. Due milioni di preferenze in più ricevute da Lula significano un punto percentuale e questo è uno degli aspetti con cui dovrà fare i conti il nuovo Governo”.
Il neo presidente, però, si troverà anche con un Parlamento che non è dalla sua parte e le sfide da affrontare sono molte. “Dobbiamo considerare – continua Stefani – che in questa tornata elettorale hanno partecipato 19 partiti e il presidente Lula dovrà fare i conti con tantissime richieste. A queste si aggiungono i conti e l'economia che devono essere risollevati, la questione dalla salvaguardia dell'Amazonia con l'impegno di fermare il disboscamento oltre alla necessità di ricostruire una pace interna”.
Sfide che dovranno essere portate avanti nei prossimi anni. “Una cosa sono le promesse elettorali e un'altra sono invece le azioni che si potranno mettere in campo” spiega il presidente Consorzio Brasil Trentino.
A rendere la situazione ancora più pesante è il silenzio di Bolsonaro che non sembra ancora aver accettato la sconfitta . Il primo a rompere il silenzio è stato il figlio maggiore del leader d’estrema destra, il senatore Flávio ringraziando quanto hanno votato il padre.
“Questo sta creando una grossa tensione e anche molta paura nel Paese - conclude Stefani – e una situazione del genere potrà sgonfiarsi solo nel momento in cui Bolsonaro accetterà la sconfitta”.