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La fuga dei brand occidentali dalla Russia? Le FOTO dei fast food ancora aperti a oltre un mese dall'invasione dell'Ucraina

Nonostante gli annunci fatti nelle scorse settimane, in alcune foto scattate nella giornata di ieri in una città fuori da Mosca ed ottenute dal giornalista Rai Danilo Elia si possono vedere chiaramente alcuni punti vendita di McDonald's, Burger King e Kfc ancora aperti e pronti a servire i clienti. Qual è la situazione?

Di Filippo Schwachtje - 29 marzo 2022 - 18:30

TRENTO. Da McDonald's ad Heineken fino a Netflix e Ikea, sono moltissime le compagnie Occidentali che, dopo l'annuncio dell'invasione militare dell'Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin, hanno deciso di sospendere le loro attività in Russia. Nelle ultime settimane sono diventate virali proprio gli scatti dall'interno dei punti vendita del colosso svedese dell'arredamento, mentre i cittadini russi si accalcavano alle casse negli ultimi giorni d'apertura: ma mentre in Ucraina i bombardamenti continuano, le annunciate chiusure sono diventate effettive?

Diverse fotografie ottenute dal giornalista Rai Danilo Elia (esperto della situazione in Ucraina fin dagli eventi di Maidan nel 2014) e scattate ieri in una città fuori da Mosca, dove quindi è più difficile controllare la situazione anche da un punto di vista mediatico (in particolare dopo la fuga di molti media occidentali seguita all'introduzione di una nuova legge che punirebbe con la detenzione fino a 15 anni chi dissemina 'fake news' sull'invasione dell'Ucraina), mostrerebbero infatti alcuni giganti del fast food (in particolare McDonald's, Burger King e Kfc) ancora operativi e pronti a servire i clienti presenti.

Parlando della “sofferenza indicibile” causata dalle azioni militari russe, il Ceo di McDonald's Chris Kempczinski aveva annunciato la chiusura temporanea di tutti i quasi 850 ristoranti del gruppo presenti in Russia ancora agli inizi di marzo. Eppure, basandosi sulle immagini che arrivano direttamente dalla Russia, la situazione al momento non sarebbe esattamente questa. Perlomeno non in tutto il Paese.

Diverso invece il discorso per Burger King, per il quale la holding proprietaria (Restaurant Brands International) aveva chiesto ancora giorni fa la chiusura dei punti vendita in Russia al suo partner locale, Alexander Kobolov, che si è però rifiutato dicendo di non essere in grado di infrangere i “complicaticontratti sottoscritti con i partner esteri. Restaurant Brands avrebbe comunque smesso di sostenere la catena di approvvigionamento, le operazioni e il marketing in Russia, rifiutando anche nuove proposte di investimento ed espansione nel Paese. Complicata poi la situazione attuale per Kfc: dopo l'annuncio di Yum! Brands (la società madre di Kfc) della chiusura dei 70 punti vendita di sua proprietà in Russia infatti, non è chiaro cosa accadrà ai circa 1.000 ristoranti Kfc in franchising. 

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