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In Russia prima la 'Z' sul ponte degli Alpini e ora abbattuto il cippo (FOTO) che ricorda i caduti della Seconda guerra mondiale. Favero: “Amarezza e sconforto"

Già nelle scorse settimane la 'Z' era apparsa sul Ponte dell'Amicizia a Nikolajewka, costruito dall'Ana nel 2018, ed ora il monumento che ricorda tutti i caduti della Seconda guerra mondiale, costruito dagli Alpini nel 1993, è stato distrutto e sfregiato con un 'Z' a Rossosch. L'Ana: “Posizioni nazionalistiche estremiste, ferocemente critiche contro i simboli di pace lasciati dagli alpini si sono manifestate in tutta la loro virulenza in coincidenza con l’inizio della guerra in Ucraina"

Di Filippo Schwachtje - 15 aprile 2022 - 17:30

ROSSOSCH. “Da un tragico passato un presente di amicizia per un futuro di fraterna collaborazione”. È questa la frase riportata sulla targa del cippo collocato nel 1993 dai volontari alpini a Rossosch, in Russia, per ricordare tutti i caduti della Seconda guerra mondiale: un simbolo di pace che nella follia dell'aggressione contro l'Ucraina qualcuno ha deciso di “de-nazificare”, per usare un termine caro al presidente russo Vladimir Putin, distruggendo il monumento e 'sfregiandolo' con l'ormai tristemente famosa 'Z'.

Il cippo, come detto, era stato collocato dall'Associazione nazionale alpini nella città russa, che fu sede del Comando del corpo d'armata alpino nel 1942, davanti all'asilo 'Sorriso', una struttura per l'infanzia che ospita 180 bambini, costruita dai volontari dell'Ana e donata alla città in segno di riconciliazione e fratellanza. Nella prima settimana d'aprile anche sul Ponte dell'Amicizia a Nikolajewka (costruito dall'Ana nel 2018) era apparsa una 'Z' e le sagome dei cappelli degli alpini erano state ricoperte con una lamiera mentre proprio a Rossosch si criticava la presenza del monumento in ricordo delle vittime del Secondo conflitto mondiale (Qui Articolo).

Sul cippo, ricorda l'Ana, si trovavano, stilizzati e sovrapposti, un cappello alpino e la stella simbolo dell'Armata russa. Subito al di sotto la targa, con un messaggio chiaro e “sinora apprezzato dalla popolazione”, dicono gli Alpini “lieta di far frequentare ai suoi bambini 'l'asilo degli italiani' e che ha sempre accolto a braccia aperto le penne nere dell'Ana”. Con l'inizio della guerra in Ucraina però: “Posizioni nazionalistiche estremiste, ferocemente critiche contro i simboli di pace lasciati dagli alpini si sono manifestate in tutta la loro virulenza”.

Amarezza e sconforto – ha commentato il presidente dell'Ana Sebastiano Favero – sono i primi sentimenti che provo davanti alle immagini che ci arrivano da Rossosch, perché penso allo slancio, alla caparbietà e alla generosità con cui i nostri reduci di Russia avevano voluto realizzare simboli permanenti di pace e fratellanza in quelle terre che erano state funestate dalla guerra. L'Ana è portatrice di messaggi di conciliazione, solidarietà e convivenza civile, che manifesta sempre attraverso interventi concreti, fedele al suo credo di onorare i morti aiutando i vivi”.

 

Un'operazione di memoria storica, conclude Favero: “Che è fatta soprattutto di uomini, portata avanti pensando alle generazioni future, che non dovrebbero più subire gli errori del passato. Purtroppo la storia fatica ad essere maestra e questo è davvero triste”.

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