"Sul mini idroelettrico serve chiarezza da parte del legislatore nazionale", il consigliere Bortoluzzi: "La Regione fa bene a disporre la proroga per i piccoli impianti"
Il consigliere provinciale con delega al demanio idrico Bortoluzzi: "Questa azione della Regione raccoglie e rafforza la richiesta della Provincia e dell'intero territorio: la questione racchiude diverse sfaccettature, da quella economica a quella ambientale e sociale, visto che molte centraline sono di proprietà dei Comuni e il loro introito finanzia interventi e servizi a favore delle comunità locali"
![](https://cdn.ildolomiti.it/s3fs-public/styles/articolo/public/articoli/2025/02/idrico.jpg?itok=PMxG0zta)
BELLUNO. "Sul mini idroelettrico serve chiarezza da parte del legislatore nazionale, la Regione Veneto fa bene a disporre la proroga per i piccoli impianti scaduti o in scadenza".
Questo, in estrema sintesi, il pensiero del consigliere della Provincia di Belluno con delega al demanio idrico Massimo Bortoluzzi, che commenta l’approvazione in commissione regionale del progetto di legge presentato dalla giunta che prevede la proroga delle concessioni idroelettriche per le piccole centrali.
Tema su cui, peraltro, la Provincia di Belluno aveva deliberato in consiglio lo scorso 30 luglio approvando all’unanimità un atto di indirizzo politico in particolare per l’esercizio delle centraline idroelettriche di potenza inferiore ai 3 MW.
La questione, spiega la Provincia, ruota attorno alla direttiva dell'Unione europea "Bolkestein" (Direttiva Servizi 2006/123/CE) secondo la quale qualsiasi concessione va messa in concorrenza. Ma in assenza di normativa statale di riferimento, che dovrebbe garantire regole uniformi su tutto il territorio nazionale a salvaguardia del principio cardine della concorrenza, viene specificato, non è chiaro nemmeno se l’oggetto da mettere a gara sia la sola concessione del bene demaniale di disponibilità limitata, cioè l’acqua, oppure se si debbano accoppiare anche gli impianti esistenti, peraltro di proprietà dei privati, in assenza di disposizioni legislative per esproprio e indennizzo.
"Ringraziamo l'assessore Bottacin, la giunta e anche la commissione regionale per questo progetto di legge che è in assoluta sintonia con l’azione promossa dalla Provincia nei mesi scorsi" commenta il presidente della Provincia Roberto Padrin. "Tra l’altro - prosegue - c’è un pronunciamento dell’autunno scorso della Corte Costituzionale che, per un ricorso sull'argomento, si è rivolta alla Corte di giustizia dell’Unione Europea esponendo i propri dubbi sulla necessità delle gare anche per le centraline di minori dimensioni ossia, in generale, sull'applicabilità della Direttiva Bolkestein, chiedendo una risposta. E di conseguenza la partita delle mini derivazioni è stata sospesa in attesa della risposta della Corte Europea".
"Ora questa azione della Regione Veneto raccoglie e rafforza la richiesta della Provincia e dell'intero territorio - conclude il consigliere delegato Bortoluzzi - e infatti la questione racchiude diverse sfaccettature, da quella economica a quella ambientale, senza tralasciare quella sociale, visto che molte centraline sono di proprietà dei Comuni e il loro introito finanzia interventi e servizi a favore delle comunità locali".