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Sanità, infermieri dall'estero? Fp Cgil a Tonina: "Solo una soluzione emergenziale. Serve valorizzare il personale interno per mettere in sicurezza il sistema"

Per il sindacato "il rinnovo del contratto collettivo provinciale della sanità e l’introduzione di limiti chiari e inderogabili alle richieste quotidiane sono indispensabili per restituire dignità e rispetto ai professionisti del settore"

Di Giuseppe Fin - 20 January 2025 - 19:12

TRENTO. “Accogliere infermieri dall’estero può rappresentare una misura temporanea per tamponare l’emergenza, ma non deve distogliere l’attenzione dai problemi strutturali che affliggono il sistema sanitario trentino. Solo con un’azione lungimirante e ben pianificata si potrà garantire un futuro solido e sostenibile per la sanità pubblica”. A dirlo sono i sindacalisti del comparto sanità della Fp Cgil Marco Cont e Marco Mossolin  assieme al segretario Alberto Bellini dopo le parole dell'assessore alla Salute Mario Tonina che sul tema della carenza di personale sanitario ha spiegato al il Dolomiti la necessità di utilizzare anche personale dall'estero visto che quello interno non è sufficiente nonostante l'intenzione sia quella di valorizzarlo. (QUI L'ARTICOLO)

“Come organizzazione sindacale – spiegano i sindacalisti - riteniamo che questa scelta rappresenti una soluzione emergenziale, incapace di affrontare in modo strutturale e sostenibile le criticità che affliggono il sistema sanitario trentino. È evidente che il problema della carenza di personale sanitario sia il risultato di anni di sottovalutazione delle reali esigenze, di una mancata programmazione a lungo termine e della scarsa valorizzazione delle professioni sanitarie”.

La situazione attuale, spiega il sindacato, vede i professionisti sanitari sottoposti a una forte pressione lavorativa, caratterizzata da turni notturni sempre più frequenti, reperibilità costante, richieste di rientro durante i giorni di riposo e l'incertezza riguardo alla conferma delle ferie, spesso comunicata solo a ridosso del periodo richiesto. “Questo scenario – spiegato i rappresentanti della Fp Cgil - compromette profondamente la possibilità di conciliare la vita lavorativa con quella privata, portando a un logoramento fisico e psicologico che non può più essere ignorato”.

 

Per il sindacato, inoltre, l'assenza di una pianificazione organica che tenga conto delle reali esigenze di ogni Unità Operativa o reparto aggrava ulteriormente il problema. Le attuali carenze di personale deriverebbero anche dalla mancata predisposizione di un piano per la sostituzione di chi è assente per motivi legittimi, come malattie prolungate, infortuni, congedi, part-time, diritto allo studio o la Legge 104

 

“Avremmo auspicato un approccio diverso: un piano programmatico concreto che preveda risorse economiche, organizzative e umane per rendere le professioni sanitarie e il sistema sanitario pubblico trentino realmente attrattivi. Investire in una retribuzione dignitosa, in condizioni lavorative sostenibili e in percorsi di crescita e sviluppo professionale è l’unica via per garantire una sanità di qualità. Il rinnovo del contratto collettivo provinciale della sanità e l’introduzione di limiti chiari e inderogabili alle richieste quotidiane sono indispensabili per restituire dignità e rispetto ai professionisti del settore” concludono. 

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