Aggressione a Trento. Ianeselli: "No al fascismo e all'ideologia dell'odio in curva". Arriva la presa di posizione del Trento Calcio e si informa anche il ministro
Dopo ore di attesa (più di 8 rispetto a quando la notizia è diventata di dominio pubblico) è arrivata finalmente anche la presa di posizione da parte del club di via Sanseverino che, in settimana, non aveva emesso alcuna nota ufficiale per stigmatizzare gli insulti (generici) e gli ululati razzisti a carico di un giocatore del Lumezzane, costati 3mila euro di multa alla società
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TRENTO. La notizia ha fatto - ovviamente - rapidamente il giro di Trento, della provincia ed ha assunto risalto anche a livello nazionale. L'aggressione subita qualche giorno fa in un locale cittadino da parte di una poliziotta transgender da parte di tre uomini, riconducibili alla tifoseria più "calda" del Trento Calcio, è diventata di amplissimo respiro.
E la condanna per quanto accaduto è stata unanime, con risvolti anche da parte di esponenti del Parlamento e del Governo. Dopo le varie prese di posizione sul territorio, ora a intervenire è Alessandro Zan: "L'ennesima aggressione omotransfobica in poche settimane. La propaganda della destra contro la comunità Lgbtqia+, e in particolare contro le persone trans, sta generando una spirale di violenza inedita, che va fermata".
Il governo Meloni "non muove un dito contro l'odio e le violenze - prosegue Zan - ma le sobilla in modo vigliacco e meschino, senza mai nemmeno una singola parola di condanna. Non ci sono vie di mezzo: chi si oppone a una legge contro i crimini d'odio è complice di quegli stessi crimini. Solidarietà alla poliziotta aggredita e pestata a sangue da tre ultrà di estrema destra a Trento".
A muoversi anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che ha telefonato al capo della polizia, Vittorio Pisani, per avere i dettagli di quanto accaduto alcuni giorni fa in un locale di Trento, ma anche per esprimere vicinanza all'agente vittima dell'aggressione.
Il fatto è ormai noto: verso le 4 del mattino della notte di San Valentino, all'interno di un bar situato in via Sanseverino, una donna transgender è stata picchiata violentemente da tre uomini, tutti riconducibili alla frangia più "calda" del tifo calcistico cittadino, solita ad occupare la "Curva Mair" dello stadio "Briamasco" in occasione delle gare casalinghe del Trento Calcio.
Il diverbio, nato per futili motivi, originato da uno scambio di colpi "proibiti", insulti e certamente "condizionato", sicuramente, dall'eccessiva assunzione di alcool da parte di tutti i protagonisti, è trasceso rapidamente in un'incredibile escalation di violenza con la poliziotta, anch'essa frequentatrice dello stadio (seppur in un altro settore: dunque conosce, chi più, chi meno, le persone che l'hanno aggredita), che ne è uscita con con tagli (suturati con 22 punti complessivamente) ed ematomi che l'hanno costretta a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso con successivi 30 giorni di prognosi.
Il sindaco di Trento Franco Ianeselli, venuto a conoscenza dell'accaduto, ha contattato personalmente la poliziotta, a cui ha espresso la solidarietà dell'intera comunità.
"A lei - spiega il primo cittadino del capoluogo, che all'accaduto ha dedicato anche un post sui propri canali social ufficiali - ho portato la mia persona solidarietà e quella di tutta la città. L'episodio ci ha lasciato sgomenti: è inaccettabile che una persona venga picchiata da chi nega il diritto all'autodeterminazione. A Trento non c'è spazio per chi discrimina. Dobbiamo dirlo con forza e lavorare su di una cultura del rispetto, cominciando dai nostri bambini. Ci sono le responsabilità personali, che verranno accertate dalle forze dell'ordine e dalla magistratura che stanno indagando sulla vicenda, ma dobbiamo anche analizzare il contesto, il brodo di coltura, all'interno del quale si è verificato questo evento che è di una gravità inaudita. Quando le curve diventano la culla di ideologie di stampo neofascista, legate alla cultura dell'odio e della violenza, tutti noi abbiamo il dovere di dire "basta" e attivarci per far sì che episodi simili non avvengano più. Mi auguro che i tifosi veri sappiano per primi isolare persone che con i valori dello sport non hanno nulla a che fare".
Dopo ore di attesa (più di 8 rispetto a quando la notizia è diventata di dominio pubblico) è arrivata finalmente anche la presa di posizione da parte del Trento Calcio. E' bene chiarirlo a scanso di equivoci: quanto accaduto è avvenuto in un momento assolutamente "extracalcistico" (il locale dove è si consumata l'aggressione è il punto di ritrovo della tifoseria gialloblù in occasione delle partite casalinghe), dunque non riconducibile - nemmeno "alla lontana" e in nessuno modo - all'attività sportiva del club di via Sanseverino.
C'è, però, un discorso di opportunità grande come una casa: essendo i soggetti coinvolti abituali frequentatori della Curva Mair all'interno del gruppo Nuova Guardia (di recente fondazione e riconducibile al mondo dell'estrema destra), essendo i tre ultras assai conosciuti sia dal presidente Mauro Giacca che dalla governance gialloblù, la comunicazione ufficiale era assolutamente doverosa.
"A.C. Trento 1921, venuta a conoscenza dell’episodio verificatosi in città nei giorni scorsi - scrive la società nella nota inviata ai media -, del tutto estraneo ai Valori della Società, condanna fermamente qualunque forma di violenza fisica e verbale in ogni luogo, esprimendo solidarietà alla vittima. In linea con la nostra tradizionale attenzione alla correttezza della civile convivenza, siamo ad esprimere il nostro rammarico per quanto accaduto".
La "ferma condanna" per qualunque forma di violenza fisica e verbale in ogni luogo è doverosa e apprezzata (anche se, la tempistica, lascia molto a desiderare) e, allora, non si capisce bene perché, appena qualche giorno fa, la società si è resa protagonista di "un assordante silenzio" (nemmeno un post sui canali ufficiali) quando il Giudice Sportivo ha comminato una sanzione di 3mila euro al Trento Calcio "a) per avere, al 25° minuto del secondo tempo, una decina dei suoi sostenitori, posizionati nel Settore Tribuna Sud, intonato un coro offensivo nei confronti di un giocatore avversario, ripetuto per tre volte e un suo singolo sostenitore, posizionato nel Settore Tribuna Nord, un coro offensivo nei confronti del medesimo giocatore avversario; b) per avere, alcuni dei suoi sostenitori, posizionati nel Settore Curva Mair, al 25° minuto del secondo tempo, proferito cori di espressione di discriminazione razziale, intonando i versi “buu” e “hu hu hu” verso un calciatore di colore della squadra avversaria, ripetuti per numerose volte, comportanti offesa, denigrazione e insulto per motivi di razza, colore, nazionalità, origine anche etnica".