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Bostrico, la Pat: “Obiettivo rimboschire 200 ettari di foresta nel 2023. In situazioni epidemiche non esistono misure efficaci: tutto dipende dall'andamento stagionale”

L'epidemia di bostrico tipografo in Trentino sta causando gravi danni in molte zone del territorio provinciale dopo la tempesta Vaia, che ha messo a disposizione dell'insetto enormi quantità di materiale legnoso diffuso, morto o in condizioni di stress: ecco le azioni messe in campo per il contenimento

Di F.S. - 10 giugno 2023 - 15:44

TRENTO. Da una parte le strategie di contenimento e dall'altra il ripristino delle aree danneggiate: ecco le attività portate avanti in Trentino dal Servizio foreste per far fronte all'epidemia di bostrico tipografo nei boschi del territorio provinciale. La massiccia presenza dell'insetto infatti, che in particolare dopo la tempesta Vaia ha attaccato ettari ed ettari anche nella nostra Provincia, sta causando gravi danni in molte aree del territorio e, per il 2023, l'obiettivo è riuscire a rimboschire altri 200 ettari di foresta. “L'insetto – dice Piazza Dante – attacca le piante di abete rosso formando piccoli fori e si inserisce nello strato compreso tra la corteccia e il legno, il floema, che presiede ai flussi di linfa della pianta”. Il bostrico, va sottolineato, è sempre stato presente nei nostri boschi: in situazioni ordinarie, di tipo endemico, rappresenta infatti un regolatore degli ecosistemi, attaccando le piante più deboli ma risparmiando quelle sane.

 

“Nel caso di una di una situazione endemica – continua la Provincia - una strategia di prevenzione tradizionale prevede la riduzione della quantità di insetti con il taglio e l'esbosco delle piante appena attaccate, e quindi con chioma ancora verde, prima della fuoriuscita degli adulti. Il metodo è efficace quando i focolai sono pochi e poco diffusi. In situazioni epidemiche, con numerosi focolai sparsi, il controllo attraverso questa tecnica diventa di fatto impossibile, considerando la capacità di diffusione dell'insetto e la difficoltà di individuare le piante colpite nelle fasi iniziali dell'attacco”.

 

Altro sistema utilizzabile in caso di presenza endemica è la tecnica delle piante esca, che consiste nel taglio, depezzatura e posizionamento di alcuni tronchi (caricati con feromoni) in punti strategici: “Una volta colonizzati dal bostrico – dicono le autorità – i tronchi vanno allontanati, prima dello sfarfallamento degli adulti. Si tratta di una strategia che richiede una buona organizzazione: se male attuata può ottenere l'effetto contrario, provocando la creazione di nuovi focolai. Infine, su situazioni puntuali, dove vi sia interesse a proteggere margini di bosco, può essere applicata la tecnica del push and pull, che consente, con l'uso di sostanze repellenti applicate sulle piante da proteggere, di respingere gli insetti che, allontanandosi, vengono intercettati da trappole a feromoni”.

 

Come anticipato però, la tempesta Vaia ha messo a disposizione del bostrico enormi quantità di materiale legnoso diffuso, morto o in condizioni di stress, causando il passaggio in molte aree della provincia da una situazione endemica ad una situazione epidemica: “Tale differenziazione – spiega Piazza Dante – ha importanza anche ai fini delle possibilità di contenimento e di lotta, che sono sostanzialmente diverse. In caso di forti pullulazioni non esistono infatti misure di lotta veramente efficaci e la durata effettiva dell’epidemia dipende dall’andamento stagionale, più o meno favorevole al ciclo di vita dell’insetto, e ai naturali meccanismi di riequilibrio delle sue popolazioni. Per questo il problema si sposta sulle modalità di recupero del legname colpito, sull’evitare la creazione di nuovi margini nel bosco con tagli di materiale fresco, creando punti critici per l’ulteriore diffusione dell'insetto, sulla mitigazione dei danni e soprattutto sulle misure da adottare per il ripristino dei soprassuoli danneggiati”.

 

Ed è soprattutto sul ripristino forestale delle aree danneggiate che si sta concentrando l'attività della Provincia: “Questo può avvenire spontaneamente con la rinnovazione naturale, attraverso rimboschimenti o con una integrazione dei due sistemi. In linea con questi orientamenti, nel corso del 2022 sono stati rimboschiti oltre 200 ettari di bosco danneggiato, con la messa a dimora di circa 400 mila piantine, mentre una superficie equivalente verrà rimboschita nel 2023 con un programma che è destinato a proseguire nei prossimi anni. Va detto che le modalità stesse con cui viene eseguita questa operazione possono condizionare la resistenza futura delle foreste all'insetto. Già adesso si può constatare infatti come i boschi formati da specie ed età diverse siano più resistenti alla diffusione del bostrico e, in caso di attacco, vengano danneggiati meno gravemente, per cui anche per prevenire 'pullulazioni' future, abbastanza probabili con l'innalzamento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici, la creazione di boschi misti attraverso i rimboschimenti e la selvicoltura rappresenta la principale misura di prevenzione”.

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