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Coronavirus, terapie intensive e ricoveri: il Trentino fa peggio di tutti, ampiamente superate le soglie d’allerta

La capienza degli ospedali trentini, sia nei normali reparti (413 su 604) che nelle terapie intensive (48 su 90), è ben oltre le soglie critiche tanto che la Provincia mostra i numeri peggiori di tutta Italia. Dalle autorità sanitarie trapela preoccupazione

Di Tiziano Grottolo - 14 dicembre 2020 - 13:22

TRENTO. Attualmente i numeri parlano di 353 ricoveri nei reparti di malattia infettiva, 60 pazienti in alta intensità e 48 posti letto occupati in terapia intensiva. Una situazione che come ha sottolineato Antonio Ferro direttore sanitario e del Dipartimento prevenzione dell'Azienda sanitaria “preoccupa molto”, soprattutto per quanto riguarda le terapie intensive (QUI articolo).

 

I dati di ieri, 13 dicembre, mostrano come il Trentino sia il territorio che sul numero dei ricoveri sta facendo registrare i dati peggiori d’Italia. Al momento i pazienti Covid-19 ricoverati con sintomi raggiungono il 68,4% della capienza degli ospedali trentini (413 pazienti su 604 posti disponibili). Mentre lo stesso dato sulle terapie intensive dice che i posti letto occupati sono il 53,3%, cioè 48 su un totale di 90.

 


 

Rispetto a 4 giorni fa non sono stati registrati grandi miglioramenti: il 10 dicembre i pazienti Covid-19 ricoverati avevano raggiunto la capienza del 71,4%, mentre quelli in terapia intensiva sono rimasti stabili al 53,3%. Il problema è che le soglie critiche sono fissate rispettivamente al 40% e al 30% della capienza, per questo i dati trentini fanno preoccupare le autorità sanitarie provinciali e nazionali. In proporzione il Trentino fa peggio di Lombardia, Piemonte e Veneto alcune fra le Regioni più colpite dalla pandemia.

 


 

Pure per quanto riguarda il tasso di letalità, calcolato sugli ultimi 30 giorni, non ci sono significativi miglioramenti visto che il dato è sceso di 0,1 punti percentuali passando dal 4,2% del 10 dicembre al 4,1% del 13 dicembre con la media italiana al 2,8%. Solo Valle d’Aosta (6,4%) e Liguria (4,4%) hanno dei valori peggiori. Nel frattempo tiene banco il caso relativo ai tamponi antigenici che ormai ha ottenuto un’eco mediatica nazionale. A tal proposito il presidente della provincia Maurizio Fugatti ha fatto sapere di non aver ricevuto comunicazioni in merito dal ministro alla Salute Roberto Speranza.

 


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