Trentino sostenibile, l'oracolo di Apot ha piena attenzione mediatica, per il Consorzio vini nemmeno una telecamera
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Nell'ultimo periodo si sono succeduti vari incontri stampa aventi per oggetto il Trentino sostenibile promosso e comunicato a ritmi forzati da Apot. Giovedì 6 aprile il Consorzio vini trentini ha promosso un incontro di informazione agli amministratori di cantine sociali e private per annunciare che sta per iniziare la seconda stagione di produzione viticola integrata superiore e volontaria cui dovrebbero aderire tutti gli aventi interesse.
Non entro nel merito delle due iniziative che approvo come ex docente all’ITA di S. Michele e sulla base dell’esperienza maturata in 50 anni di giornalismo agricolo. Mi limito solo a mettere in evidenza il diverso comportamento dei media locali nei confronti dei due progetti. Telecamere con operatore che poneva domande ai relatori ancora prima che iniziassero a parlare nel primo caso. Assenza totale di media televisivi nel secondo caso.
Particolare di non poco rilievo: a riprendere l’oracolo di Apot e sostenitori c’era anche l’operatore televisivo dell’Ufficio stampa della Federazione delle cooperative che si è ben guardato dall’intervistare chi come me poteva esprimere qualche perplessità o domanda poco gradita anche se fondata.
Giova far presente che in entrambi i progetti il ruolo portante è gestito da cooperative di primo e secondo grado. Conclusione: Apot sa vendere o imporre meglio il suo messaggio. Il Consorzio vini trentini è invece alle prime armi.