L'anno scorso morirono sette giovenche in Val di Non per i moscerini Simulidi. Ecco come difendersi
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Lo scorso anno ai primi di giugno in una malga della Val di Non morirono sette giovenche poco dopo l’arrivo in alpeggio a causa di un attacco massiccio di moscerini della famiglia Simulidi. Carlo Costanzi medico veterinario a riposo ricorda alcune misure preventive.
I simulidi completano il loro sviluppo in corsi d’acqua localmente stagnanti prima di farsi trasferire in quota dalle correnti d’aria ascensionali o grazie al trasferimento autonomo. E’ quindi opportuno evitare che i bovini rimangano all’aperto nelle ore calde del giorno.
E’utile coprire con uno spesso strato di grasso le parti degli animali prive di peli e quindi direttamente esposte alle punture dei temibili succhiatori di sangue. Dall’esperienza maturata quando era veterinario provinciale, Costanzi ricorda che le malghe maggiormente esposte ai simulidi si trovano nel Lomaso (Giudicarie esteriori) e sul monte Baldo in Vallagarina.