La cimice asiatica imperversa in Trentino. I massimi tecnici si riuniscono ma tutto resta top secret
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Il 22 agosto si è svolto un incontro tecnico organizzato da Apot con oggetto la definizione di un quadro attendibile della presenza di cimice asiatica nelle varie zone agricole del Trentino.
Con riferimento alla consistenza numerica della popolazione, alle coltivazioni interessate e all’entità dei danni alla produzione delle varie specie, mele in particolare.
Vi hanno preso parte tecnici della Fondazione Mach e rappresentanti di Melinda, La Trentina e Società frutticoltori trentino (Sft) di Aldeno.
Non è stato diffuso alcun comunicato stampa. Interpellato in merito all’assenza di un resoconto rivolto anche alla popolazione trentina non agricola, peraltro coinvolta dalla Fondazione Mach nell’operazione e segnalazione tramite social della presenza di cimice asiatica, il direttore di Apot Alessandro Dalpiaz che non ha partecipato all’incontro perché occupato altrove, ha fornito una duplice risposta.
Si tratta di una questione esclusivamente tecnica che non deve essere tassativamente divulgata al di fuori del contesto agricolo.
La notifica della reale presenza massiva di cimice asiatica sarebbe dovuta essere accompagnata da una dichiarazione di impotenza allo stato attuale di contenimento del fitofago.
Una presenza consistente di cimice asiatica è stata comunque confermata da tre tecnici Fem che operano in altrettante zone del Trentino. Confermano l’avvenuta esecuzione di trattamenti con insetticidi di sintesi peraltro autorizzati dalla vigente normativa nazionale.