La benedizione del bestiame e del sale pastorizio nel giorno di Sant'Antonio: un'antica tradizione
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Ha radici storiche profonde la consuetudine di far benedire il bestiame e il sale pastorizio dal parroco del paese. L’evento si è ripetuto anche quest’anno in alcuni paesi del Trentino.
Il 17 gennaio cade infatti la festa dedicata a S. Antonio protettore degli animali. L’immagine del santo si trovava sulle porte di tutte le stalle.
Oggi non sempre e dappertutto succede. Il sale, ricorda Carlo Costanzi già titolare dell’ufficio di medico provinciale, serviva per rendere appetibile il beverone di acqua e farina che si dava agli animali per integrare la razione giornaliera di fieno e cereali.
I pastori estraevano dalle tasche un pugno di sale per chiamare a sé pecore e capre al pascolo.
Oggi il sale è utilizzato dai cacciatori ed esposto in contenitori prima della stagione venatoria per abituare caprioli ed altri ungulati ad avvicinarsi alla piattaforma di tiro.