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La benedizione del bestiame e del sale pastorizio nel giorno di Sant'Antonio: un'antica tradizione

Il 17 gennaio gli animali e il sale, che ha sempre avuto un ruolo importante per pastori e cacciatori, sono benedetti dal parroco del paese anche in Trentino
DAL BLOG
Di Sergio Ferrari - 03 febbraio 2018

 Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele

Ha radici storiche profonde la consuetudine di far benedire il bestiame e il sale pastorizio dal parroco del paese. L’evento si è ripetuto anche quest’anno in alcuni paesi del Trentino.

 

Il 17 gennaio cade infatti la festa dedicata a S. Antonio protettore degli animali. L’immagine del santo si trovava sulle porte di tutte le stalle.

 

Oggi non sempre e dappertutto succede. Il sale, ricorda Carlo Costanzi già titolare dell’ufficio di medico provinciale, serviva per rendere appetibile il beverone di acqua e farina che si dava agli animali per integrare la razione giornaliera di fieno e cereali.

 

I pastori estraevano dalle tasche un pugno di sale per chiamare a sé pecore e capre al pascolo.

 

Oggi il sale è utilizzato dai cacciatori ed esposto in contenitori prima della stagione venatoria per abituare caprioli ed altri ungulati ad avvicinarsi alla piattaforma di tiro.

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