Il raccolto di ciliegie non andrà oltre il 50-60% del potenziale produttivo a causa delle gelate
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Sergio Franchini, tecnico della Fondazione Mach che segue da trent’anni la coltivazione del ciliegio dolce in Trentino, ha atteso molte settimane dopo la ripresa vegetativa dei ciliegi prima di esprimere un dato probabile sui danni da abbassamento termico (gelate) che hanno colpito le piante già nella fase di gemme mosse.
L’esperto ritiene che il raccolto di ciliegie non andrà oltre il 50-60% del potenziale produttivo valutato in 29-30 mila quintali.
La stima è riferita in particolare alle varietà Kordia e Regina allevate su portainnesto nanizzante, ma comprende anche le piante allevate a pieno vento del fondovalle atesino e lagarino e delle colline di Trento.
Il tecnico insiste nell’affermare che il dato medio stimato sottende un’ampia variabilità di situazioni riferite soprattutto ai tipi di impianto, alla situazione aziendale, alla zona, all’efficacia degli interventi di difesa dalle gelate messi in atto dalle aziende che potevano contare su condizioni ambientali e mezzi strumentali favorevoli.