I ciliegi sopra Povo non si toccano, c'è il rischio frane. Intanto però è arrivata la gelata
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Un frutticoltore di Povo che coltiva ciliegi da una vita aveva deciso 4 anni fa di eliminare una decina di piante annose ma ancor produttive per sostituirle con un impianto a basso fusto di piante innestate su portainnesto nanizzante con possibilità di copertura. Gli uffici provinciali ai quali si è rivolto per sapere se poteva contare su qualche contributo non hanno contestato l’abbattimento delle piante, ma hanno posto il veto all’eliminazione dei ceppi e degli apparati radicali.
Motivo: il terreno si trova in zona rossa, classificata ad alto rischio di franamento. Il campo si trova sopra Povo in zona denominata Redondolo. A 4 anni di distanza il frutticoltore si ritrova con i vecchi ciliegi rimasti in campo colpiti in varia misura dalle recenti gelate.
Meno gravemente la varietà Lapins che aveva già completato la fioritura. Molto di più la Kordia che, essendo più tardiva, era in piena fioritura.