Formaggi da latte crudo, ecco le norme igieniche da rispettare
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
In tempi recenti si è scoperto che all’Escherichia coli, batterio comunemente considerato indice di mancato rispetto delle norme igieniche nella preparazione di alimenti, si affiancano, seppure in quantità minore, ben cinque ceppi denominati enteropatogeni.
Quello indicato con la sigla 0157 giunto nell’intestino dei bambini che hanno bevuto latte o mangiato formaggio fresco prodotto con latte crudo può aderire alle mucose e liberare una tossina che causa la sindrome emolitica uremica, in sigla SEU che colpisce i reni e ne altera la funzione filtrante.
L’evidenza data dai media del Trentino alla malattia e al caso clinico di cui è rimasto vittima un bambino di 4 anni ha suscitato non solo attenzione e interesse, ma anche allarmismo che le autorità veterinarie ritengono esagerato.
Da Vittorio Dorigoni, medico veterinario dell’Ufficio provinciale per il controllo qualità dei servizi prestati dall’agenzia sanitaria, si apprende che i casi di sindrome uremica sono stati 4 nel 2017, 1 nel 2016 e 3 nel 2015.
Nei tre anni l’organizzazione sanitaria provinciale ha promosso corso di informazione e predisposto materiale di aggiornamento per gli addetti alla lavorazione di latte e formaggi nei caseifici sociali e soprattutto nelle casere di malga.