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Floricultori al servizio del turismo, una legge da anni inattuata

Una legge votata dal consiglio provinciale nel 2016 mirava ad incentivare il collegamento tra aziende florovivaistiche e territorio soprattutto nelle zone turistiche. Fino ad oggi, però, si è fatto poco
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DAL BLOG
Di Sergio Ferrari - 01 luglio 2020

 Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele

Disciplina della floricoltura nella provincia di Trento” è il titolo di una legge votata all’unanimità dal Consiglio provinciale nel 2016, rimasta in buona parte inattuata.

 

Il filo conduttore della legge era il connubio fiore-ambiente-turismo-cultura. Tradotto nella pratica significava incentivare il collegamento tra aziende florovivaistiche e territorio soprattutto nelle zone turistiche. Allestimento di aiuole, balconi fioriti, percorsi naturalistici, visite alle aziende.

 

Promotore sul piano tecnico della legge è stato il perito agrario Umberto Viola che per più di 30 anni ha svolto attività di consulenza alle aziende florovivaistiche in veste di dipendente dell’Esat e dell’Istituto Agrario di S. Michele.

 

In occasione di recenti visite sul territorio trentino il tecnico ha rilevato uno stato di generale incuria del verde urbano e la povertà di fiori sui balconi di case private e all’esterno degli alberghi. E’ quindi fondata la sua proposta di ridare vita alle iniziative proposte dalla legge. Questo accanto anche alla necessità di un intervento di aiuto finanziario che dovrebbe arrivare dalla Pat. 

 

L’iniziativa dovrebbe partire da Aflovit e dalla Fondazione Mach che gestisce il corso biennale per tecnico superiore del verde.

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