Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Regola base, dice Leonardo Pontalti ittiologo dell’Ufficio faunistico della PAT, è il rallentamento del metabolismo per ridurre la perdita di energia vitale. Nei torrenti le trote resistono anche per settimane senza assumere cibo, se la temperatura dell’acqua va a zero gradi.
Nel parco di Paneveggio la temperatura del torrente non va sotto i 2-4 gradi e quindi l’assunzione di cibo non cessa del tutto. La stessa cosa succede nell’Avisio per trote, barbi e scazzoni.
Diverso è il comportamento nei laghi. Ferma restando la riduzione delle attività metaboliche, può succedere che trote ed altre specie continuino ad alimentarsi mangiando pesci piccoli, anche se la superficie dell’acqua si ghiaccia. In condizioni estreme i Ciprinidi rappresentati da carpe e tinche, si interrano nel fango. Lo stress invernale si traduce comunque e sempre in un dimagrimento che abbassa il cosiddetto indice di corposità: peso x 1000 diviso lunghezza al cubo. Le trote del Trentino impiegano più mesi a crescere e pertanto hanno un indice che arriva al massimo a 1,2 rispetto alle trote allevate in regioni più temperate.