Quando il verderame veniva preparato alla fontana
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Quando la poltiglia bordolese per la difesa delle viti dalla peronospora si preparava in azienda o vicino alla fontana del paese, il lavoro iniziava già la sera precedente all'intervento. Nell'acqua della botte si metteva un sacchetto contenente il verderame in cristalli che durante la notte si scioglievano. All'indomani il viticoltore aggiungeva alla soluzione di solfato di rame una quantità dosata di calce che serviva per neutralizzare la naturale acidità della poltiglia. Per non eccedere in quantità, l’operatore immergeva nel liquido una cartina al tornasole e in base al colore che la striscia assumeva capiva se la reazione della miscela era acida, neutra o basica. L’acidità la rendeva più aggressiva nei confronti della crittogama, anche se talvolta provocava ustioni sulle foglie. Sullo stesso principio si basa l’idea di un viticoltore di Lavis che è riuscito a salvare l’uva Merlot dalla peronospora aggiungendo alla miscela acquosa di ossicloruro di rame una spruzzata di acido citrico.