Cimice asiatica, aperto un tavolo di crisi per trovare contromisure
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Nell’ultima settimana di novembre la cimice asiatica ha tenuto banco a livello nazionale in due importanti occasioni.
La Fondazione piemontese Agrion (agricoltura, ricerca e innovazione) nel corso di una audizione davanti alla Commissione agricoltura del Senato ha avanzato due proposte: autorizzare in deroga l’introduzione di parassitoidi non autoctoni da Paesi esterni all’Italia; creare un coordinamento nazionale tra università, centri di ricerca e sperimentazione ed istituzioni.
Un vero e proprio tavolo di crisi sostenuto finanziariamente dallo Stato. Alla Camera di commercio di Verona si è svolto un affollatissimo incontro tecnico sullo stesso argomento.
La strategia di intervento, è stato detto, deve agire su più fronti. Utilizzando difese attive, lotta integrata e passiva, reti anti-insetto che agiscono da barriera. L’insetto preferisce i filari di bordura dei frutteti. Occorre controllare anche le siepi e il verde vicino.
Il monitoraggio va fatto nell’orario in cui la cimice è meno mobile, tra le 4 e le 6 del mattino.