Arriverà dagli Usa il parassitoide della drosofila
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
E’ assolutamente infondata l’affermazione che il Centro ricerca e innovazione della Fondazione Mach non si sta occupando di drosofila. Lo afferma il ricercatore Gianfranco Anfora che si occupa dell’insetto invasivo di origine asiatica dal 2009 quando è stato trovato per la prima volta su ciliegie e piccoli frutti in varie zone del Trentino.
Da una Università degli Usa presso la quale sta lavorando da qualche anno un ricercatore della Fondazione Mach potremo avere esemplari del parassitoide larvale Ganaspis brasiliensis. I colleghi americani, dice Anfora, hanno già studiato in camera di quarantena il comportamento del parassitoide e dimostrato che non altera l’equilibrio dell’ecosistema nel quale viene introdotto. Stiamo raccogliendo informazioni sulle norme e le modalità da seguire per ottenere il materiale biologico ed allevarlo nella struttura di quarantena di cui dispone la Fondazione Mach.
Riferendosi ad altri tipi di difesa, Anfora parla di difficoltà pratiche nell’utilizzo di vibrazioni per impedire l’accoppiamento tra maschio e femmina di drosofila. L’insetto ha una capacità di comunicazione tramite ultrasuoni limitata nello spazio. Quanto alla diffusione di maschi sterili, dice Anfora, stiamo collaborando con un Istituto di ricerca che ha sede in Austria. Si tratta in ogni caso di ricerche che richiedono tempi lunghi.