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Allarme siccità, l'appello di Legambiente al Governo: “Sulle Alpi -53% di neve, ecco i nostri 8 punti per una strategia idrica nazionale”

La situazione sul fronte siccità, dopo un 2022 che ha segnato temperature record e bassissimi livelli di precipitazioni, è pesante in queste fasi in buona parte del Paese dove, dice Legambiente, è già stato raggiunto uno stato di severità idrica “media” in tre dei sette distretti idrografici: ecco l'appello dell'associazione al Governo “per una strategia idrica nazionale non più rimandabile”

Di Filippo Schwachtje - 20 febbraio 2023 - 10:40

ROMA. “Se continuiamo di questo passo rincorreremo sempre le emergenze. Il Governo definisca una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare con interventi di breve, medio e lungo periodo che favoriscano l'adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione di prelievi e sprechi d'acqua fin da subito”. Mentre fiumi e laghi in buona parte del Paese sono ancora in sofferenza, dopo un 2022 pesantissimo sul fronte della siccità, è questo l'appello lanciato al Governo da Legambiente, che ha definito anche 8 proposte “per una strategia idrica nazionale non più rimandabile”.

 

Nelle ultime settimane il Dolomiti ha approfondito in diverse occasioni gli effetti (già pesanti ben prima dell'inizio della stagione irrigua) che la scarsità di precipitazioni sta avendo sul territorio (dal Lago di Garda al Bellunese fino al Trentino, mentre a livello politico già si discute di come si dovrà affrontare la situazione nei prossimi mesi), ed il quadro delineato da Legambiente non è certo incoraggiate. “Laghi e fiumi in forte sofferenza – scrivono gli attivisti – quasi in secca come la scorsa estate, mentre in montagna è scarsa la neve accumulata. È quanto sta accadendo in Italia, a metà febbraio, complice l'aumento delle temperature superiori ai valori di riferimento, le scarse precipitazioni e una crisi climatica che non guarda in faccia nessuno”.

 

Il risultato? “Una nuova ondata di siccità, o meglio un'emergenza siccità in realtà mai finita – denuncia Legambiente – con corsi d'acqua che hanno raggiunto uno stato di severità idrica 'media' in tre delle sette autorità di distretto secondo gli ultimi bollettini emanati dalle stesse in questi ultimi mesi. Ossia il distretto idrografico del fiume Po, quello dell'Appennino settentrionale e quello dell'Appenino centrale”. Preoccupante però anche la carenza di neve, come testimoniano i dati condivisi negli scorsi giorni da Cima Research Foundation, con il 53% in meno di riserve disponibili 'congelate' sulle Alpi ed il 61% in meno nell'area del bacino del Po.

 

Per quanto riguarda il Trentino, l'Adige sta sfiorando le portate più basse almeno dal 1994 e negli ultimi giorni è andato spesso al di sotto dei 50 metri cubi al secondo (il record negativo di media giornaliera è di 47.14 metri cubi al secondo). In buona parte del Paese dunque, la situazione è preoccupante e per questo Legambiente “lancia oggi un appello al Governo Meloni, indicando le priorità da mettere in campo”, a partire dai prossimi mesi infatti “la domanda di acqua per uso agricolo si aggiungerà agli attuali usi civili e industriali che sono già in sofferenza e il fabbisogno idrico nazionale sarà insostenibile rispetto alla reale disponibilità”.

 

Ecco dunque che secondo l'associazione devono essere 8 i “pilastri” al centro di questa strategia idrica nazionale:

 

1) favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare

2) prevedere l’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini

3) servono interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione

4) implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie

5) occorre riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti

6) utilizzare i Criteri Minimi Ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi

7) favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti

8) introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.

 

Per il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti: “Il 2023 è appena iniziato, ma sta mostrando segnali preoccupanti in termini di eventi climatici estremi, livelli di siccità. Bisogna da subito ridurre i prelievi nei diversi settori e per i diversi usi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Serve poi adottare una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare e che permetterebbe di rendere più competitiva e meno impattante l'intera filiera”.

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