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Ondata di caldo e siccità, dal Brenta al Po (FOTO) i fiumi sono in secca: “L'Adige è sotto del 24%, dati allarmanti”. Dall'Adriatico "acqua salata già risalita di 21 chilometri"

Da parecchi giorni ormai diversi fiumi nel Nord Italia versano in condizioni critiche, tra cui il Po (ed alcuni suoi affluenti) il Brenta, che è a secco nel Vicentino, ed il Tagliamento. I Verdi e Sinistra italiana in Veneto lanciano l'allarme: “In Veneto la condizione della risorsa idrica è allo stremo”

Foto da Facebook Tornado in Italia di Nicola Pavani e Stefano Maruzzo
Di Filippo Schwachtje - 20 giugno 2022 - 16:24

TRENTO. Dal Po (ed i suoi affluenti) al Brenta, dal Tagliamento fino all'Adige: con la siccità estrema e l'ondata di caldo eccezionale che stanno interessando buona parte del Paese i fiumi nel Nord Italia sono in crisi. Le immagini raccolte e condivise sui social negli scorsi giorni parlano chiaro: il Brenta in particolare (nel Vicentino) ed il Po (nel Mantovano), sono ormai a secco. Ma i dati sono allarmanti per diversi altri corsi d'acqua.

 

Foto dal gruppo Facebook Tornado in Italia di Stefano Maruzzo (il Brenta a Friola di Pozzoleone)

Foto dal gruppo Facebook MeteoNews 24 di Stefano Maruzzo

 

Il Brenta, che nasce in Trentino dai laghi di Caldonazzo e di Levico, presenta una portata al di sotto della media già all'altezza di Bassano del Grappa ma la situazione continua a peggiorare scendendo verso sud, tanto che l'utilizzo di acqua per i campi è già stato razionato. Stesso discorso per il Tagliamento (ai minimi storici), dove il razionamento sulla sponda destra è scattato diversi giorni fa.

Foto dal gruppo Facebook Tornado in Italia di Nicola Pavani (il Po a Sermide)

 

Impressionanti poi le immagini che arrivano dal Po: a Sermide, nel Mantovano, il primo fiume d'Italia è praticamente a secco. I livelli raggiunti dal Po sono i più bassi nel periodo dal 1972 (Qui Articolo) e la situazione è drammatica anche per alcuni dei suoi affluenti. In Piemonte per esempio, il torrente Sangone è completamente a secco. Le autorità dell'Osservatorio permanente sugli utilizzi della risorsa nel bacino del fiume Po hanno specificato che “lo scenario nel distretto Padano, prevederebbe lo stop totale ed immediato dei prelievi” ma la proposta presentata nell'incontro tecnico avuto oggi punta ad un “provvedimento transitorio per equilibrare in modalità sussidiaria l'uso della risorsa rimasta: -20% dei prelievi per continuare comunque l'irrigazione e garantire risorsa al Delta, che vede una risalita di acque dal Mar Adriatico arrivata oggi a oltre 21 chilometri”.

Foto dal gruppo Facebook MeteoNews 24 (il torrente Sangone in Piemonte)

 

Anche l'Adige in questa fase è un 'osservato speciale': già ad aprile infatti il Veneto aveva chiesto al Trentino Alto Adige di aumentare la portata del secondo fiume italiano per venire incontro alle necessità degli agricoltori (Qui Articolo). Vedendo poi la situazione del Po, il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha già spiegato di essere deciso a chiedere lo stato di emergenza per la siccità che sta interessando il territorio. Un'eventualità che potrebbe portare allo sfruttamento di volumi idrici aggiuntivi da parte della Lombardia dell'acqua nel lago d'Idro.

L'Adige a Verona

 

I dati, dicono però i Verdi e Sinistra italiana in Veneto, sono allarmanti: “Arpav afferma che le piogge in Veneto sono crollate del 65% e che non è piovuto per 110 giorni consecutivi. Questo produrrà in agricoltura una perdita tra il 50% ed il 100% dei raccolti tradizionali. I fiumi sono in secca: Adige a meno 24%, Brenta meno 43%, Bacchiglione meno 58%, Po meno 47%. Le falde acquifere sono in costante abbassamento, perché i temporali provocano una forte dispersione d'acqua piovana, mentre le falde vanno riempite costantemente durante tutto l'inverno”.

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