IL PODCAST. Il lupo si avvicina alle case? Ecco come comportarsi. L'esperta del Muse: ''Mai scappare ma nemmeno inseguirli per fare video. E' un reato''
Il ritorno del lupo è un processo lungo e complesso, che però diventa spesso oggetto di conflitto. Tra i recenti avvistamenti nelle vicinanze dei centri abitati e la persistente disinformazione dettata da paure antiche, serve conoscere il fenomeno per garantire la coesistenza di specie diverse Scillitani: “E' necessaria la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti”
TRENTO. Dal recente avvistamento di un lupo nel pieno centro abitato di Grigno, in Valsugana, al caso del lupo con una delle zampe anteriori mutilata che gravita vicino ai paesi in Val di Rabbi, una ferita, che l’animale avrebbe riportato per colpa di un atto di bracconaggio, quella della convivenza uomini-grandi carnivori (nel caso specifico i lupi) risulta essere una delle questioni aperte del nostro territorio. Ne parliamo nella decima puntata del podcast TrenTopic con la communication manager del progetto Life Wolf Alps EU del Muse, Laura Scillitani, che ci illustra la situazione per comprendere le sfide che ci attendono.
L’Unione Europea, attraverso la direttiva Habitat, facilita il lancio di progetti volti a favorire la coesistenza con alcune specie protette, come ad esempio i grandi carnivori. Uno di questi è il Progetto Life Wolfs Alps EU, che prevede finanziamenti europei per Italia, Francia, Slovenia e Austria, al fine di promuovere diverse azioni di coesistenza con il lupo. “L’obiettivo – commenta Scillitani – è quello di creare un dialogo con la popolazione”. Da un lato, il progetto punta a limitare azioni nocive come quelle di bracconaggio e ibridazione. Dall’altro, si vuole rendere consapevoli gli abitanti, promuovendo azioni educative, comunicative e di giornalismo.
Un esempio ne è la mostra ‘Nella mente del lupo’ visitabile in questi giorni al Muse; un’occasione per vivere la natura attraverso gli occhi di un giovane lupo. Il tentativo, è ancora una volta quello di avvicinare persone e lupi per sconfiggere gli stereotipi sull’animale. “La paura – commenta Scillitani – può essere una leva da usare per sviluppare un modo corretto di porsi verso l’animale”. Cosa fare quindi nella pratica? Se è vero che, durante l’inverno i lupi sono attratti a valle dalle loro stesse prede, le quali a loro volta scendono a quote più basse per via della neve, è anche vero che il lupo non si addentra nel centro abitato, se non c’è qualcosa che lo attrae.
Per questo motivo va fatta massima attenzione ad alcune cose specifiche, come gli orari in cui si espongono spazzatura, rifiuti organici e il cibo per animali domestici. Molto importante, inoltre, è girare sempre con il proprio cane al guinzaglio quando si va in montagna. “Questo semplice accorgimento – conferma la zoologa – protegge il cane e, allo stesso tempo, la fauna selvatica”. Se, invece, accade di incontrare il lupo, che è un animale elusivo e notturno per sua natura, la cosa da fare è evitare di avvicinarsi. In queste occasioni, fare rumore, ad esempio parlando a voce alta, può essere un valido stratagemma. Assolutamente sbagliato, infine, è fare video e cimentarsi nell’inseguimento dell’animale. Su questo, Scillitani è ferma: “Ricordiamo che il lupo è una specie protetta, rientra nella Red List della IUCN ed inseguirli è reato”.
Tuttavia, non è solo quella delle persone la sicurezza da preservare. La sicurezza economica degli allevatori e i danni al loro bestiame sono, infatti, i temi maggiormente dibattuti. “Lo stesso progetto Wolf Alps – informa la zoologa – prevede anche delle unità di intervento (chiamate Wolf Intervention Prevention Unit N.d.R.). In caso di danni – continua Scillitani – i membri delle unità fanno un sopralluogo e offrono il proprio expertise su come affrontare al meglio la situazione”. I consigli più comuni sono relativi all’installazioni delle reti elettrificate e ai cani da guardiania. La cosa da capire è che ogni situazione è diversa dall’altra e va studiata nella sua specificità. Scillitani conclude: “È impossibile azzerare del tutto la probabilità di subire danni ma si possono minimizzare i rischi”.
La responsabile della comunicazione del progetto Life Wolf Alps EU incalza: “Serve maggiore adattamento da parte di tutti, per permettere al lupo di ripopolare la montagna, e questo non deve pesare solo sulle spalle degli allevatori. È necessaria la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti”.
La sfida, quindi, è sì europea, ma anche locale, considerato che la competenza è in mano agli enti territoriali. Uno dei tanti temi aperti è infatti legato alla realizzazione di un monitoraggio trasversale alle varie amministrazioni locali, che possa permettere di tracciare con più facilità gli spostamenti di un animale che si sposta tanto come il lupo. Infine, lo strumento più importante secondo la zoologa è quello di una maggior sensibilizzazione sul tema basata su fatti scientifici. Un’azione che aiuta a rompere quegli stereotipi ancora esistenti sul lupo e sull’orso che li vede come “animali cattivi e demoniaci, o, al contrario, come simbolo di una vera wilderness. La natura, però – conclude Scillitani – non va solo analizzata, va anche sentita come cosa di tutti. Dobbiamo recuperare il sentimento di essere tutti parte di questo componente. Confrontarsi con idee diverse è sicuramente un’idea vincente”.