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La comunità di Fodom unita contro il Grande Carosello, in più di 200 per la nascita del nuovo comitato: "Ci siamo sentiti calpestati"

A Fodom nasce il comitato "Ju le màn da nosta tiera" contro il Grande Carosello delle Dolomiti, il maxi collegamento di impianti fortemente voluto dalla Regione Veneto. Il presidente Denni Dorigo: "Un progetto di simili dimensioni è stato lanciato senza che noi, abitanti delle aree direttamente interessate, ne sapessimo nulla"

Di Lucia Brunello - 19 febbraio 2020 - 20:32

LIVINALLONGO DEL COL DI LANA (BL). All'invito lanciato solo pochi giorni fa a tutta la comunità di Fodom - ossia il comune di Livinallongo inclusa la località turistica di Arabba - sono stati in tantissimi a rispondere presente e, martedì sera, a raccogliersi nella sala Taulac a Pieve di Livinallongo per sostenere la nascita del nuovo comitato “Ju le màn da nosta tiera”, “Giù le mani dalla nostra terra”, nato in forma spontanea come risposta al progetto avanzato dalla Regione Veneto del Grande Carosello delle Dolomiti (QUI articolo).

 

A dare voce alla comunità è stato il 33enne Denni Dorigo, ora presidente del comitato: “Ci siamo sentiti calpestati quando abbiamo letto dichiarazioni che lanciavano e presentavano il mastodontico progetto del Grande Carosello, di cui eravamo totalmente all'oscuro", inizia Dorigo. "Ieri sera in sala eravamo tantissimi. Oltre ai 200 presenti, molti erano collegati con noi tramite radio e diretta facebook. Questo ci ha fatto capire che in questa battaglia la nostra comunità non è sola, ma che sono in molti anche da valli limitrofe e non solo a sostenerla e sostenerci".

 

Il presidente Dorigo, raggiunto telefonicamente da ilDolomiti.it, racconta di come solo da poco si sia venuti a conoscenza dell'esistenza di una società responsabile per la realizzazione dell' "inutile ecomostro", (come lo stesso sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, aveva definito il progetto), peraltro costituita più di un anno fa e, senza sorpresa, con il pieno appoggio della Regione Veneto.

 

Ci ha poi elencato le tre ragioni principali per cui, secondo il comitato, il progetto andrebbe bloccato: “Prima di tutto, troviamo inammissibile che venga proposto un progetto di tale entità senza coinvolgere e consultare la comunità locale. Anche l'amministrazione comunale non è stata interpellata dalla Regione, come ci ha confermato il sindaco. Per seconda cosa, riteniamo che il progetto non sia economicamente sostenibile, e questo considerate le caratteristiche morfologiche, ambientali e climatiche del nostro territorio, soprattutto tenendo conto di quest'ultime, viste le tante anomalie di temperature a cui stiamo assistendo negli ultimi anni".

 

"Come ultimo punto, ma di certo non per importanza - continua - vi è la questione paesaggistica. Nello specifico, la costruzione degli impianti andrebbe a interessare le montagne delle frazioni di Corte e di Castello, attualmente ancora intonse, e per questo preziosissime dal punto di vista naturalistico e ambientale. Per questo ci poniamo la domanda: il gioco ne vale davvero la candela?"

 

Non dimentichiamo che, tra le tesi a supporto della realizzazione del Grande Carosello, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, aveva parlato di come questo avrebbe contrastato lo spopolamento e favorito la riduzione del traffico stradale. "Parole vuote, che si appoggiano sulla pura propaganda, e non ho paura a dirlo. In quale modo un collegamento di impianti di tale dimensioni potrebbe contrastare lo spopolamento? Forse a Venezia non sanno che il problema qui non è la mancanza di lavoro. Per rendere chiara l'idea, abbiamo più posti di lavoro disponibili che abitanti".

 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, a detta di Dorigo, è stata la dichiarazione di Zaia in merito alle grandi potenzialità del Grande Carosello specialmente durante la stagione estiva, sostenendo che questo permetterebbe ai turisti di spostarsi di valle in valle senza ricorre all'utilizzo di automobili. "Con queste parole il governatore ha perso ogni credibilità ai miei occhi e a quelli della comunità, togliendo ogni dubbio sul fatto che i politici che parlano di montagna, molto spesso, non ha la minima idea di quello che stanno dicendo. Vorrei proprio vedere un turista da Arabba arrivare in giornata a Cortina con il solo uso degli impianti, contando che questi sono separati da chilometri e chilometri di trasferimento a piedi. È proprio propaganda pura, perché non c'è una singola motivazione affiancata da argomentazioni che si reggano in piedi".

 

Il Presidente della Regione, inoltre, ha cercato di vendere l'idea del Carosello come grande opportunità, in occasione delle Olimpiadi di Cortina 2026, per permettere ai turisti di raggiungere i luoghi in cui si svolgeranno le gare olimpiche con il solo utilizzo degli impianti e gli sci ai piedi. Anche a questo, con poche e semplici parole, risponde il presidente: "Idea assolutamente campata per aria, inattuabile".

 

Un comitato, quindi, nato dalla volontà dei cittadini di far sentire la propria voce, reclamando il diritto di parola su scelte che riguardano la loro valle e la loro terra. Una situazione, questa, che evidenzia come le direttive politiche che arrivano direttamente da Venezia, spesso derivino e si basino su una non conoscenza del territorio, "portando, come abbiamo visto in molte occasioni, a risultati a dir poco fallimentari", conclude Denni Dorigo.

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