Ambiente, l'Alto Adige vuole l'autonomia. E il Trentino? Meglio di no. Siamo fermi alla ''storiella'' del lupo e a ''tigri e iene'' predatori naturali
Il comunicato dell'onorevole Cattoi in risposta a Francesca Aprone del Patt ha lasciato di stucco esperti e semplici cittadini e in un passaggio ricorda quanto aveva detto Fugatti in consiglio proprio sulla ''storiella'' del lupo arrivato in Trentino. Frasi che potevano passare inosservate, dette da un consigliere di opposizione, ma che a questo punto sembrano essere la linea dell'attuale maggioranza sul tema
TRENTO. Da un lato c'è chi è pronto a ''chiedere la delega sull'ambiente'' (l'Alto Adige) dall'altro c'è chi è convinto che quel che è stato provato dalla scienza sia demagogia e invece parla di ''predatori dei lupi'' riferendosi a ''le tigri oppure le iene'' (il Trentino). Verrebbe quasi da citare Luca e quel ''Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno'' trasformandolo in un ''ministro Costa, si tenga la delega perché non sanno quello che fanno''. C'è davvero da essere preoccupati a prescindere da come la si pensi, da che convinzioni politiche si abbiano, dall'essere pro o contro qualcosa o qualcuno.
In questi giorni in Alto Adige è stato l'ex sentore Karl Zeller a chiedere che, mentre a livello nazionale si procede per strutturare le autonomie regionali di diversi territori italiani, le nostre province potrebbero lavorare a rafforzare la loro andando, magari, a chiedere anche la delega sull'ambiente. Un tema, come risaputo, che si ricollega anche a quello della gestione dei grandi carnivori tema quanto mai dibattuto come in questo ultimo periodo quando, in buona sostanza, non sta succedendo nulla di nuovo. Quel che sconcerta, però, sono le parole della parlamentare trentina Vanessa Cattoi che con un solo comunicato stampa è riuscita a infilare una serie di concetti da far gelare il sangue a chiunque del lupo sappia anche solo una parola in più di come viene chiamato (lupo appunto).
Si parla di un fantomatico ''turismo del lupo'' talmente potente da rappresentare un ''business'' in forza del quale negli anni scorsi si sarebbe raccontata la storia del ''lupo, il docile lupo, che dopo circa centocinquant’anni era arrivato dai lontani paesi dell’est (formidabile spostamento di un lupo dalla Slovenia per oltre mille chilometri) - così si legge nel comunicato stampa della parlamentare - per procreare con una lupa proveniente dalle Alpi occidentali Italiane proprio sui monti della Lessinia lato Trentino (e non Veneto) dando vita al primo branco nelle Alpi Orientali. Se questa non è demagogia? Ma tuteliamo la sicurezza dei cittadini Trentini o ci raccontiamo le favole belle alle quali credono ancora in pochi per sostenere un business del turismo del lupo''.
E sembra di ritrovare esattamente le parole dell'attuale presidente della Provincia Fugatti che quando era ancora all'opposizione dai banchi del consiglio provinciale raccontava proprio la ''storiella'' del lupo. Una ''storiella'' che è Storia, documentata scientificamente a tutti i livelli, da autorità provinciali, nazionali, sovranazionali (per esempio quel lupo era stato radiocollarato dall'università di Lubiana), una vicenda che contiene una serie di concetti basilari legati alla conoscenza di questo animale che messi in discussione in questi termini, senza nessuna argomentazione concreta o prova che avvalori una tesi contraria a quella ufficiale, finiscono per avere lo stesso peso delle argomentazioni di quelli che dicono che la Terra è piatta perché lo vedono con i loro occhi visto che l'orizzonte è sempre dritto. Per non parlare della ''storiella'' che la Terra gira. Dev'essere un'invenzione delle compagnie di volo e quindi, forse, anche qui c'entra il turismo inteso come business e allora tutto torna.
Ma evidentemente è presa molto sul serio questa storiella dall'attuale maggioranza, se ancora adesso una parlamentare la ripropone. Sarebbe bello capire se il presidente Fugatti, ora che guida la Provincia, e ha accesso a tutte le carte e può parlare con i massimi esperti del nostro territorio ci raccontasse, dunque, la vera storia del lupo in Trentino.
In attesa di ciò, però, Cattoi prosegue parlando delle grandi soluzioni messe in campo in questa fase (per esempio quella di far fare maggiori controlli alle forze dell'ordine che poi se vedono il lupo devono telefonare al 112 e attivare i forestali ma intanto, perché no, potrebbero usare il Taser che, lo ricordiamo, ha un'efficacia tra i 3 e i 7 metri di distanza) e le infiocchetta con una frase che ci auguriamo davvero sia uno scherzo ''pensare che il problema non sussista oppure che tornino i predatori dei lupi (quindi le tigri oppure le iene) a ristabilire l’equilibrio “eco_sistemico” in modo del tutto naturale non avendo la consapevolezza che ogni primavera il genere animale procrea aumentando il numero di presenze della specie sul territorio Trentino questo è fare demagogia''.
Il riferimento, forse, è alto e va al Libro della Giungla (di Kipling dove ritroviamo lupi, iene e tigri tutti insieme e che, a questo punto, potrebbe spiegare anche sul piano filosofico questa furia dominatrice sulla natura che tanto ossessiona la nostra classe politica) ma certo pensare alle tigri e alle iene nemici naturali del lupo nel nostro territorio fa davvero sorridere.
''Quotidianamente - conclude Cattoi - la Lega si impegna a non deludere gli elettori facendo seguire le promesse da azioni concrete che i cittadini sembrano proprio apprezzare. Questo è pragmatismo''. Sarà pure pragmatismo ma, almeno in tema di natura e grandi carnivori meglio che per ora non ce la diano l'autonomia almeno fintantoché non ci saremo chiariti un po' le idee.