Sat, la presidenza di Anna Facchini nel solco della continuità. E in estate partiranno i lavori al rifugio Boè
I temi caldi sono la manutenzione dei rifugi e i sentieri adatti per i bikers. Ma l'approccio non sembra 'talebano', la Sat di Facchini sembra orientata alla mediazione e all'applicazione della legislazione esistente "che permette di confrontarsi e di valutare attentamente la natura dei percorsi adeguati"
TRENTO. La prima donna alla guida della Società alpinistica tridentina si presenta. Anna Facchini spiega che il suo mandato sarà nel solco della continuità con la squadra dell'ex presidente Claudio Bassetti, anche perché nel Consiglio siedono molti dei membri che c'erano allora. Ma le novità sono molte, a cominciare da vertice che vede un'altra donna - Elena Guella - e Roberto Bertoldi.
Il tema dei genere è stato sottolineato con orgoglio. "Le donne candidate nel Consiglio Centrale sono state elette tutte", ha osservato la neo-presidente. E una guida al femminile sarà sicuramente diversa. "Era il momento giusto", si limita a considerare.
Anna Facchini ha annunciato l'intenzione di convocare a breve il Consiglio. La Sat è proprietaria di 34 rifugi, ha 87 sezioni, 10 Commissioni, gestisce 5.500 km. di sentieri e conta 27.000 soci. Soci che guardano a SAT "come ad un capo cordata ideale, capace di tracciare la via per un futuro di pace, di solidarietà e di riconoscimento di quei valori che i padri fondatori del Sodalizio misero al primo posto nella costruzione di un percorso che ha segnato 146 anni di storia".
I temi caldi sono la manutenzione dei rifugi e i sentieri adatti per i bikers. Ma l'approccio non sembra 'talebano', la Sat di Facchini sembra orientata alla mediazione e all'applicazione della legislazione esistente "che permette di confrontarsi e di valutare attentamente la natura dei percorsi adeguati".
Per quanto riguarda i rifugi, “il punto fermo rimane una connotazione di presidio per alpinisti ed escursionisti, non un albergo a cinque stelle. Le ristrutturazioni mirano a creare ambienti confortevoli, ma non rapportabili per questioni di ubicazione a strutture ricettive di fondo valle”.
Ed in questo contesto gli occhi sono puntati sul rifugio Boè in ristrutturazione appena si scioglierà la neve, con un intervento triennale, dove la Provincia ha investito quasi 4 milioni di euro, spalmati su un piano finanziario decennale. Molto attesa anche la ricostruzione del rifugio Tonini andato distrutto a seguito di un incendio del dicembre 2016, del quale è in corso la fase di progettazione.