Europee, "Da anni mi batto per abbassare la protezione del lupo e per maggiore flessibilità sugli orsi", Herbert Dorfmann (Svp): "No alla carne coltivata"
Dalle guerre in Ucraina e Gaza alla transizione ecologica, dalla carne coltivata ai grandi carnivori, l'intervista al candidato dell'Svp Herbert Dorfmann nella circoscrizione Nord-Est

TRENTO. "Personalmente ho votato per le sanzioni alla Russia e per l'assistenza all'Ucraina". Queste le parole a il Dolomiti di Herbert Dorfmann, l'europarlamentare uscente dell'Svp è candidato nella circoscrizione Nord-Est anche in questa tornata per un posto a Bruxelles. "E' evidente che Hamas è responsabile di un'aggressione ma le condizioni umanitarie a Gaza sono allarmanti: sono da sempre sostenitore della soluzione 'Due popoli, due Stati' e l'Unione europea deve svolgere un ruolo attivo".
E' tra i promotori dell'abbassamento dello status di protezione dei lupi. "Alcuni candidati sventolano questo tema in campagna elettorale ma da anni mi batto in questa direzione", dice Dorfmann. "Nell'ultima legislatura sono stati compiuti importanti passi in avanti. Ora attendiamo che gli Stati membri si esprimano presto e diano il via libera a questa decisione. La gestione degli orsi deve essere invece più flessibile".
Nato a Bressanone, laureato alla facoltà di Scienze agrarie a Piacenza, Dorfmann ha insegnato all'Istituto professionale agrario di Ora e, poi, sono stato assunto dalla Camera di Commercio di Bolzano quale responsabile del reparto agricoltura.
Per 10 anni ha guidato l’Unione agricoltori e coltivatori diretti altoatesini in veste di direttore, quindi nel 2005 è diventato sindaco di Velturno e, nel 2009, ha esordito al parlamento europeo. Riconfermato alle elezioni del 2014 e nel 2019, Dorfmann è tra i più longevi politici a Bruxelles.
La sua candidatura sul territorio è sostenuta dal Patt, da La Civica, poi dal Bard Bellunese, ma anche da Slovenska Skupnost. E' stato inoltre trovato un accordo di apparentamento con Forza Italia.
La guerra in Ucraina con l'aggressione militare della Russia ormai oltre due anni fa e quella tra Israele e Hamas, il ruolo dell'Unione europea, la transizione ecologica, la carne coltivata e la gestione dei grandi carnivori son alcuni dei temi toccati dall'esponente dell'Svp.
Sostegno all'Ucraina, cosa pensa di quello che è stato fatto fino a oggi? Ritiene giusto e importante fornire armi agli ucraini? Come considera le sanzioni che sono state date alla Russia?
L’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina è un atto gravissimo, ingiustificabile e in netto contrasto coi principi del diritto internazionale. Il mio gruppo politico, il Partito popolare europeo, ha guidato le iniziative per sostenere l’Ucraina con assistenza militare, umanitaria e finanziaria.
Personalmente, in Parlamento europeo ho votato per l'introduzione delle sanzioni alla Russia e a favore dell’assistenza per l’Ucraina. In questo momento, parallelamente alla fornitura di armi, che sono necessarie per dare una possibilità di sopravvivenza all'Ucraina libera, è fondamentale aumentare gli sforzi diplomatici per cercare una conclusione a questa terribile guerra.
Il ruolo europeo nello scacchiere internazionale, si è rafforzato o indebolito nel corso degli ultimi anni? Serve un esercito comune?
Di fronte a un contesto internazionale sempre più incerto e pericoloso, l’Unione europea ha saputo fare scelte coraggiose. La guerra in Ucraina ha indubbiamente rafforzato la cooperazione militare. Questo progresso è stato fin troppo a lungo rimandato: basti pensare che già Alcide De Gasperi sognava una comunità europea di difesa.
Oggi, la creazione di una difesa europea credibile non è solo auspicabile ma anche urgente e necessaria. Nonostante ciò, il progetto di un esercito europeo resta lontano, non potrà farsi in pochi anni. Ma fin da ora gli Stati europei possono aumentare gli investimenti in difesa, perseguendo una spesa militare più efficiente e collaborativa, che favorisca una maggiore interoperabilità tra i rispettivi eserciti. Questo obiettivo, realistico e cruciale, costituisce il miglior deterrente contro le minacce esterne e la chiave per garantire la sicurezza collettiva in Europa.
Nella guerra Israele – Hamas, cosa bisogna fare?
Questo argomento mi sta particolarmente a cuore, soprattutto perché un anno fa - durante una missione parlamentare - ho visitato uno dei kibbutz che sono stati attaccati da Hamas lo scorso 7 ottobre.
È evidente che Hamas è responsabile di questa aggressione, ma non possiamo ignorare il fatto che le condizioni umanitarie della popolazione a Gaza si sono deteriorate in modo allarmante e al di là di ogni accettabilità.
Da sempre sostengo la soluzione “due popoli, due stati”. È essenziale che la comunità internazionale, compresa l’Unione europea, svolga un ruolo attivo nell’accelerare questo processo e nel creare le condizioni necessarie per un accordo tra popolo israeliano e palestinese, che consenta a entrambi di vivere in pace.
Tra i punti fondamentali nella prossima legislatura europea sarà la transizione ecologica. Lei ritiene che bisogna accelerarla oppure rallentarla? Quale dovrebbe essere il primo provvedimento da mettere in campo?
Le emissioni di CO2 e il conseguente cambiamento climatico, insieme al sovrautilizzo delle risorse naturali - tema spesso trascurato - rappresentano una minaccia esistenziale per le generazioni future. Dobbiamo agire senza indugi. Chiunque cerchi di rallentare o ostacolare gli sforzi per ridurre le emissioni di CO2 dovute alle attività umane agisce in modo irresponsabile.
Tuttavia, è cruciale che le azioni intraprese siano guidate da un approccio scientifico rigoroso e non influenzate da ideologie, come invece spesso purtroppo accade. La transizione ecologica deve creare opportunità per i cittadini anziché imporre solo divieti e obblighi. Questo vale non solo per la produzione di energia, ma anche per la mobilità e gli altri settori.
Il tema della carne coltivata ha fatto molto discutere. La sua introduzione è positiva o negativa? Perché?
Sono fermamente contrario alla produzione di carne sintetica. La prospettiva di una sua introduzione minaccia non solo gli sforzi per rendere il sistema alimentare europeo più sostenibile, ma anche la salute dei cittadini.
La carne sintetica rappresenta il culmine del cibo ultra-processato, essendo sostanzialmente un insieme di cellule coltivate in laboratorio con l’uso di sostanze chimiche. Inoltre, questa industria mette a rischio il sostentamento degli agricoltori, privandoli dei redditi derivanti dalla produzione di carne e latte. La carne sintetica è quindi un prodotto superfluo e dannoso, privo di reale necessità o beneficio per la società, e va contro l’obiettivo di un’alimentazione naturale e sostenibile.
Gestione della fauna selvatica, orsi e lupi vanno tutelati oppure oggi occorre abbassare il livello di protezione?
Rispetto a chi ora sventola questo tema in campagna elettorale senza mai aver agito concretamente, da anni lavoro in Parlamento europeo per abbassare il livello di tutela dei lupi e rendere più flessibile la gestione degli orsi e degli altri grandi carnivori.
Quando nessuno ancora lo faceva, ho lanciato l'allarme su questo fronte, ben prima che i lupi tornassero nella nostra Regione, un fenomeno che purtroppo era ampiamente prevedibile.
Nell’ultima legislatura, sono stato tra i promotori di importanti passi avanti, culminati con le decisioni del Parlamento europeo e della Commissione europea di ridurre lo status di protezione del lupo. Ora attendiamo che gli Stati membri si esprimano presto e diano il via libera a questa decisione.