Guerra agli orsi, Fugatti (VIDEO): ''Il numero di esemplari va ridotto, non importa come. Ci aspettiamo giusta collaborazione da ministeri e Ispra''
Il governatore Fugatti e il vice presidente Tonina hanno incontrato i sindaci della val di Sole: ribadita la linea d'azione di piazza Dante: abbattimento dell'esemplare che ha ucciso Andrea Papi, rimozione di altri 3 orsi e revisione del progetto Life Ursus

TRENTO. "Il progetto Life Ursus nella sua originaria impostazione prevedeva un obiettivo di una cinquantina di orsi sul territorio trentino, oggi questo numero è sproporzionato". Queste le parole di Maurizio Fugatti, presidente della Provincia di Trento. "C'è un centinaio di esemplari in una parte del Trentino. Se vogliamo garantire la convivenza uomo-animale, il progetto deve tornare alle sue origini".
Il presidente del Trentino, con il vice presidente Mario Tonina, con Raffaele De Col, dirigente generale della protezione civile, i dirigenti dei Servizi foreste e faunistico, Giovanni Giovannini e Sergio Tonolli, hanno tenuto un vertice alla sede della Comunità della valle di Sole per ribadire le azioni previste come risposta alla tragedia nei boschi di Caldes e la morte di Andrea Papi, aggredito e ucciso da un orso.
La Provincia ha confermato le azioni anticipate nella conferenza stampa al Commissariato del governo (Qui articolo): abbattimento del plantigrado responsabile dell'aggressione mortale del 26enne e altri 3 esemplari da rimuovere (Mj5, Jj4 e M62). "Esemplari problematici, i quali vanno abbattuti velocemente come deciso ieri. Ci aspettiamo la giusta collaborazione dalle autorità competenti, ministeri e Ispra che in qualche situazione nella storia del progetto hanno dimostrato ostracismo rispetto alle azioni risolute della Provincia di Trento". Si aggiunge poi la revisione del progetto Life Ursus.
Anche gli amministratori locali della val di Sole, spiega la Provincia attraverso una nota, sono uniti e concordi: il numero degli orsi che frequentano le montagne del Trentino va fortemente ridotto. "I cittadini chiedono risposte concrete, che le autorità sono chiamate a dare", le parole dei sindaci, con il testa il primo cittadino di Caldes, Antonio Maini, e il presidente della Comunità Val di Sole, Lorenzo Cicolini.
"Fin dall’inizio di questa tragedia - aggiunge Fugatti - abbiamo trovato una grande unità del territorio e dei suoi rappresentanti, che con senso di responsabilità istituzionale hanno dimostrato la volontà di affrontare congiuntamente la questione in merito alle soluzioni operative. La presenza di oltre un centinaio di esemplari sul territorio Trentino non è sostenibile. Dobbiamo riportare la popolazione a circa 50 unità: non importa come. Lo studio di fattibilità del Progetto Life Ursus per la reintroduzione negli orsi in Trentino tra il 1999 e il 2002, curato dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica, aveva accertato l’idoneità ambientale per ospitare una popolazione vitale di plantigradi (40-60 orsi), che costituiva l’obiettivo finale del progetto. L’areale doveva andare ben oltre i confini del Trentino, mentre la maggior parte del centinaio di esemplari attualmente presente in Trentino si sposta all’interno di un’area ampia circa 1.500 chilometri quadrati (pari a un quarto dell’intero territorio provinciale) e fortemente antropizzata".
Intanto prosegue il presidio intensivo da parte del Corpo forestale trentino del fronte compreso tra Mostizzolo e la Val Meledrio: il personale effettua anche una attività di informazione verso le persone intendono usufruire della rete stradale e sentieristica (Qui articolo).
"Dobbiamo distinguerci per razionalità e responsabilità rispetto alle esigenze della popolazione. L’Amministrazione dimostra in questo modo la giusta fermezza di fronte alla presenza di animali problematici: il progetto così com’è, oggi non sta più in piedi e va rivisto in maniera radicale", conclude Tonina.