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Attacco Iran, come risponderà ora Israele? Il rischio escalation e la 'frenata' Usa: “Non parteciperemo a controffensiva”

Il gabinetto di guerra israeliano si riunirà questo pomeriggio (come il G7) e dagli Stati Uniti arriva la frenata del presidente Biden, che condanna l'attacco iraniano ma chiudendo alla possibilità di una partecipazione Usa ad un'eventuale controffensiva contro Teheran

Di Filippo Schwachtje - 14 April 2024 - 10:02

TRENTO. Come risponderà Israele? Dopo l'attacco di questa notte, la tanto anticipata e minacciata risposta iraniana al raid (mai rivendicato ufficialmente da Israele) con il quale il 1 aprile sono stati uccisi diversi alti rappresentanti di Teheran (tra i quali anche Mohamed Reza Zahedi, figura chiave tra le Guardie della rivoluzione) al consolato iraniano di Damasco, la domanda che ci si pone ora nel guardare alle possibili evoluzioni in Medio Oriente non può essere che questa. La rappresaglia iraniana è stata sostanzialmente neutralizzata dai sistemi di difesa di Tel Aviv (il bilancio, a quanto pare, è di 12 persone ricoverate in ospedale, tra le quali anche una bambina di 7 anni in gravi condizioni, a fronte di centinaia di droni e missili, anche balistici, lanciati verso Israele, Qui Articolo), ma il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha ribadito questa mattina che la campagna “non è ancora finita”, alludendo ad una possibile risposta israeliana all'attacco che porterebbe ad una (nuova) escalation nella regione.

 

Attualmente gli Stati Uniti, che hanno partecipato attivamente alla difesa di Israele (insieme a Francia, Gran Bretagna e Giordania), nel condannare l'attacco di Teheran hanno assicurato che non parteciperanno ad una eventuale azione offensiva contro l'Iran (la notizia è stata riportata da Axios che ha riferito di una chiamata questa mattina tra Netanyahu ed il presidente americano Joe Biden) mentre le stesse autorità iraniane hanno detto di considerare la questione “chiusa” dopo il raid di questa notte, che avrebbe “raggiunto tutti gli obiettivi” (ricevendo, prevedibilmente, il plauso dei miliziani di Hamas). Nel frattempo è in programma per le prossime ore (le 14 ora italiana) la riunione del gabinetto di guerra israeliano per discutere della risposta al raid iraniano e, sempre nel primo pomeriggio di oggi, la presidenza italiana del G7 ha convocato una conferenza in collegamento tra i vari leader per discutere dell'attacco. Quel che è certo è che il rischio di un'intensificazione del conflitto è alto e le ipotesi sul tavolo per Israele sono diverse.

 

A discuterne, come anticipato, saranno i tre componenti del gabinetto do guerra: il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro della difesa Yoav Gallant e Benny Gantz. La preoccupazione, hanno detto le autorità americane nella notte, è che una eventuale rapida risposta israeliana al raid non tenga in considerazione le potenziali ricadute successive nella regione, dove ora lo scenario è profondamente mutato. Se infatti la distruzione dello Stato d'Israele da sempre figura tra gli obiettivi ufficiali dell'Iran, l'elemento di rottura è rappresentato dalla scelta da parte di Teheran di colpire Tel Aviv direttamente, con un attacco rivendicato e non con azioni per procura affidate a milizie 'esterne' (Hamas, Hezbollah, gli Houthi).

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