Università e conti in rosso, i sindacati: “La Giunta dimostri se è ancora un asset strategico per il Trentino, non si resti indifferenti all’allarme del rettore”
Le parole di Cgil, Cisl e Uil dopo l’allarme lanciato dal rettore di UniTn, Flavio Deflorian, che in vista delle provinciali di ottobre ha voluto far arrivare alle forze politiche in campo un messaggio chiaro, mentre il bilancio dell’ateneo chiude in rosso di quasi 15 milioni di euro: “Se si ritiene che l’Università sia un investimento per il Trentino e non un costo, servono maggiori risorse”. Il tema, dicono i sindacati: “E’ se questa Giunta e questa maggioranza provinciale credano nell’importanza dell’Università come fattore di sviluppo economico e sociale per la nostra comunità”
TRENTO. “Non si resti indifferenti al grido d’allarme del rettore: non basta confermare le risorse. Serve investire”. Sono queste le parole di Cgil, Cisl e Uil dopo l’allarme lanciato dal rettore di UniTn, Flavio Deflorian, che nel confermare un bilancio in rosso per quasi 15 milioni di euro ha lanciato un messaggio chiaro alle forze politiche in campo per le provinciali di ottobre: “Se si ritiene che l’Università sia un investimento per il Trentino – ha detto Deflorian – e non un costo per le casse provinciali, servono maggiori risorse per sostenerne il funzionamento, più impegno per garantire alloggi, borse di studio e servizi a studenti e studentesse, un piano per lo sviluppo di medicina e delle professioni sanitarie e una regia forte nei rapporti con le fondazioni di ricerca” (Qui Articolo).
Un allarme che, come detto, non lascia indifferenti Cgil, Cisl e Uil: “Il tema è – dicono i sindacati – se anche la Giunta provinciale sia della stessa idea visto che i reiterati appelli di via Calepina sono spesso caduti nel vuoto, al di là delle affermazioni di circostanza dell’assessore Bisesti. La questione – incalzano i segretari Cinzia Mazzacca, Michele Bezzi e Walter Alotti – è se questa Giunta e questa maggioranza provinciale credano nell’importanza dell’Università come fattore di sviluppo economico e sociale per la nostra comunità. Dalla sua fondazione l’Ateneo ha dato un contributo fondamentale per far crescere competenze utili e attrarre nella nostra provincia talenti e specializzazioni che hanno reso il nostro piccolo territorio più ricco, competitivo e innovativo”.
“E’ ovvio – continuano i sindacati – che non si può trattare l’Università come una qualunque voce di bilancio. Non basta confermare i finanziamenti, bisogna investire per continuare ad alimentarne la crescita. Dunque la delega va esercitata con lungimiranza e coraggio, non con semplici criteri ragionieristici che condannerebbero il nostro ateneo ad un ruolo marginale nel panorama accademico nazionale ed internazionale. È una questione di priorità e di scelte politiche. A chi governa spetta la responsabilità di scegliere, possibilmente con uno sguardo lungo”.
Per Cgil, Cisl e Uil, dunque, Piazza Dante “non può limitarsi ad esprimere i propri desiderata, come nel caso della facoltà di medicina, e nello stesso tempo non essere consapevole che l’ateneo è una macchina complessa fatta di lavoratrici e lavoratori amministrativi e tecnici, docenti, ricercatori, studenti. E ancora di servizi, strutture, progetti di ricerca. Ognuno di questi tasselli – concludono – è fondamentale nel buon funzionamento. Una politica di tagli ad una qualsiasi di queste voci, ma anche un semplice disinvestimento comprometterebbe la qualità dell’intero sistema la cui eccellenza oggi è riconosciuta in Italia e all’estero. Arretrare sarebbe miope e dannoso ed equivarrebbe a fare arretrare anche il Trentino. Ci auguriamo dunque che le parole del rettore non cadano nel vuoto, ma trovino risposte concrete in scelte politiche coerenti”.
Infine le tre sigle, proprio nella logica di valorizzare tutte le componenti dell’Ateneo, tornano sull’importanza di prevedere anche all’interno del consiglio di amministrazione una rappresentanza del personale tecnico amministrativo.