Salvaguardia dell'uva, quando nel 1911 si usavano i ragni per colpire larve e crisalidi
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
Almanacco Agrario 1911. “Contributo per un metodo pratico di difesa contro le tignole dell’uva” note e appunti di Giulio Catoni. Il grande Maestro torna in cattedra con una lezione magistrale di entomologia applicata alla viticoltura che anticipa di 100 anni i messaggi che oggi provengono dai ricercatori e dai consulenti della Fondazione Edmund Mach di S. Michele.
L’articolo riporta nella prima parte una serie di informazioni sui nemici naturali di entrambe le specie di tignola che all’epoca provocavano danni assai consistenti all’uva con conseguenze negative sulla quantità prodotta e sulla qualità (attacchi di muffa grigia sugli acini perforati dalle larve di tignola).
Avendo contatti consolidati con studiosi di vari Istituti europei, Giulio Catoni è in grado di elencare e descrivere una decina di specie di parassiti delle tignole e di iperparassiti (nemici dei parassiti). Si conferma la complessità dell’equilibrio biologico dell’agro-ecosistema vigneto.
Nella seconda parte dell’articolo Catoni riferisce i risultati di una campagna dimostrativa condotta in varie zone viticole del Trentino, durata alcuni anni e coronata da successo.
L’esperimento è consistito nell’apporre intorno al fusto e ai tralci di due anni delle viti fasce o ricoveri di materiale vario nei quali le larve delle tignole si rifugiano durante l’inverno e sono attaccate in grande numero da varie specie di endoparassiti. Anche i ragni appartenenti a diverse specie, puntualmente classificate da specialisti su campioni inviati ai rispettivi Istituti di ricerca nazionali ed europei dallo stesso Catoni, hanno svolto un’efficace attività predatrice su larve e crisalidi. Nell’articolo non si fa nessun accenno all’impiego di insetticidi.
* Pt5 dell'inchiesta "Cento anni di difesa delle piante in Trentino"
dedicata alla memoria del dr. Mario Del Dot. L’iniziativa nasce da due considerazioni: il pubblico dei non addetti all’agricoltura deve essere messo in grado di farsi un’opinione personale sulle questioni che riguardano fitofarmaci e salute; ripercorrere un secolo di interventi di difesa fitosanitaria, consente di cogliere i cambiamenti migliorativi ottenuti anche per merito di persone preparate e coraggiose. Tra queste merita un posto di rilievo il dr. Mario Del Dot scomparso qualche mese fa. Ha iniziato la sua attività come medico condotto a Tuenno occupandosi in prima persona di fitofarmaci e di prevenzione dei pericoli che derivavano dal loro impiego. Nella sua operosa carriera di medico pubblico e di docente universitario si è poi occupato anche di malattie legate al lavoro agricolo.