Nel '900 gli studi del trentino Giulio Cantoni avevano già anticipato l'arrivo delle cocciniglie
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
L’edizione dell’Almanacco Agrario per l’anno 1907 si apre con un articolo di Giulio Catoni intitolato “Generalità sulle Cocciniglie”. L’autore è tra le figure di maggiore rilievo dell’agricoltura trentina nella prima metà del Novecento.
Forte di una preparazione accademica e professionale acquisita frequentando diverse scuole e istituti di ricerca italiani ed europei, Catoni si è occupato dapprima di viticoltura ed enologia in qualità di direttore di una importante azienda vitivinicola piemontese. Tornato in Trentino, ha svolto funzioni amministrative importanti in veste di presidente del Consiglio provinciale di agricoltura e dell’Istituto agrario di S. Michele.
Ma l’attività prevalente del grande Maestro è legata alla ricerca applicata a vari settori e problemi: Osservatorio fitopatologico annesso al Museo di Scienze naturali di Trento, moria del pero (Pear decline), degenerazione infettiva della vite (virosi), coltivazione di patate da seme in montagna per ottenere tuberi esenti da malattie da virus trasmesse da afidi.
Nell’articolo dedicato alle cocciniglie delle piante da frutto troviamo due passaggi meritevoli di evidenza, perché fortemente anticipatori: il richiamo al pericolo di arrivo tramite trasporto passivo (scambi commerciali) della cocciniglia di Sant’Iosè (California) non ancora presente in Europa e l’opportunità di attivare in Trentino una stazione di patologia vegetale con compiti ispettivi, di diagnostica e di prevenzione.
C’è anche un’appendice dedicata ai nemici delle cocciniglie e si dà notizia dei buoni risultati di contenimento della cocciniglia del gelso con il lancio di un parassita specifico denominato Prospaltella del Berlese, illustre entomologo dell’Università di Firenze, promotore del metodo biologico di difesa contro gli insetti fitofagi.
* Pt3 dell'inchiesta "Cento anni di difesa delle piante in Trentino"
dedicata alla memoria del dr. Mario Del Dot. L’iniziativa nasce da due considerazioni: il pubblico dei non addetti all’agricoltura deve essere messo in grado di farsi un’opinione personale sulle questioni che riguardano fitofarmaci e salute; ripercorrere un secolo di interventi di difesa fitosanitaria, consente di cogliere i cambiamenti migliorativi ottenuti anche per merito di persone preparate e coraggiose. Tra queste merita un posto di rilievo il dr. Mario Del Dot scomparso qualche mese fa. Ha iniziato la sua attività come medico condotto a Tuenno occupandosi in prima persona di fitofarmaci e di prevenzione dei pericoli che derivavano dal loro impiego. Nella sua operosa carriera di medico pubblico e di docente universitario si è poi occupato anche di malattie legate al lavoro agricolo.