Il rinvenimento di zecche attive anche durante la stagione invernale non è correlato con un aumento numerico di topi selvatici ma dipende da fattori climatici
Laureato in Scienze Agrarie all'Università di Padova, dal 1961 al 1994 è stato docente all'Istituto Agrario di San Michele
I topi selvatici rappresentano un serbatoio di agenti di malattia trasmessi dalle zecche.
Ma il rinvenimento di zecche attive anche durante la stagione invernale da parte degli esperti di ecologia applicata della Fondazione Mach non è correlato con un aumento numerico di topi selvatici nella stagione 2019 ma dipende da fattori climatici.
Annapaola Rizzoli dirigente del Centro ricerca e innovazione della Fondazione Mach che nella veste di medico veterinario competente in materia di zoofauna selvatica già da quando lavorava al Centro di ecologia alpina delle Viote, ha continuato ad occuparsi con altri colleghi passati alla Fem di zecche e di malattie trasmesse all’uomo.
La Fondazione Mach ha avuto dall’Unione Europea l’incarico di elaborare insieme alla Fondazione Bruno Kessler modelli matematici di previsione dello sviluppo delle zecche sulla base dei dati raccolti sistematicamente sul territorio trentino.
I modelli servono alle autorità sanitarie per predisporre piani di prevenzione delle malattie trasmesse da zecche.