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Questo luglio non è la normalità estiva: non riusciamo più a riconoscere il meteo del nostro Paese (ma per la politica non esiste un'emergenza climatica)

DAL BLOG
Di Ci sarà un bel clima - 26 July 2023

Per creare un coinvolgimento più ampio e inclusivo attorno alla causa climatica ed ecologica

di Michele Argenta

 

È innegabile che stiamo vivendo una frequenza di eventi estremi mai vista prima. Nelle ultime due settimane abbiamo assistito a vari record di temperatura (42°C a Roma, 46°C in Sardegna, 47°C a Palermo), alle forti grandinate del Nord Italia, alle trombe d’aria nel milanese e in Romagna, a diversi downburst lungo tutto l’arco delle Alpi, al ripetersi degli schianti di abeti in Cadore fino ad arrivare agli incendi vicino a Palermo che lambiscono perfino i siti archeologici di Segesta.

 

Due settimane in cui non riusciamo più a riconoscere il meteo del nostro paese, confusi tra il vivere quotidiano sotto le conseguenze di questi eventi e una politica che minimizza i fatti, sostenendo apertamente che non esiste nessuna emergenza climatica.

 

Questo luglio non è la normalità estiva. Nessun umano nella storia della penisola ha mai fatto esperienza di temperature così alte o di eventi estremi così ravvicinati e potenti.

 

Proprio in questo contesto di caos, la scienza ci può aiutare a definire un quadro climatico più ampio e a leggere tramite i dati scientifici cosa sta succedendo al nostro paese.

 

L’Imperial College di Londra ha istituito un gruppo di lavoro che va sotto il nome di "World Weather Attribution” (che si potrebbe tradurre in “Attribuzione meteorologica mondiale”). Il gruppo di lavoro, che segue il processo di revisione dei dati come qualsiasi pubblicazione scientifica, studia le correlazioni tra gli eventi estremi e i gas climalteranti che abbiamo immesso in atmosfera a partire dalla rivoluzione industriale. Questo ramo della scienza si chiama “attribution science”, scienza dell’attribuzione.

 

Il processo di attribuzione funziona circa così: si definisce un evento, la regione che ne è afflitta e i parametri principali della stessa. Successivamente si collettano i dati climatici della regione, dal 1950 in poi, come gli eventi estremi e gli eventi ordinari. Sulla base di questi dati statistici si possono simulare dei modelli matematici che considerano l’attuale concentrazione di gas serra e modelli matematici senza la concentrazione attuale di gas serra. Da questa comparazione dei modelli, si determinano le cause e gli effetti del determinato evento climatico.

 

Nell’ultimo report, uscito il 25 luglio 2023, si analizza come le ondate di calore che hanno afflitto l’emisfero nord del pianeta (Cina, Europa e Stati Uniti), sarebbero risultate “estremamente rare” senza l’operato dell’uomo. C’è di più: l’ondata di calore in Europa sarebbe stata “virtualmente impossibile” senza l’effetto del riscaldamento globale antropico.

 

Questo report ci dice chiaramente come l’estate che stiamo vivendo non sia assolutamente qualcosa di già vissuto così come ci ricorda che finché non ridurremo le emissioni in atmosfera questi eventi saranno sempre più frequenti e più feroci.

 

Uno degli slogan dell’attivismo climatico è “united behind the science”, uniti con la scienza. Forse è giunto il momento di applicare questo concetto anche alle forze politiche che, come sancisce l’articolo 9 della Costituzione, dovrebbero “tutelare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Un governo negazionista nel bel mezzo di uno stato di emergenza climatica causata dall’uomo stesso è l’ultima cosa di cui il nostro Paese ha bisogno.

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