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Sanifonds pronta a superare la barriera dei 50 mila iscritti: ''Pronti 5 milioni per il progetto territoriale per la non autosufficienza''

I rimborsi per le spese sanitarie del 2018 ammontano a 2,9 milioni di euro contro i 2,2 milioni di 12 mesi prima per un dato complessivo che si attesta intorno ai 7 milioni di euro. Non solo numeri, Sanifonds cerca di rafforzare la visione di "Fondo differente": "La natura è integrativa e non sostitutiva del sistema sanitario pubblico"

Di Luca Andreazza - 16 aprile 2019 - 13:06

TRENTO. Il fondo sanitario integrativo Sanifonds, promosso da Provincia e parti sociali, continua a crescere, gli iscritti sono 42.600 ma la previsione è quella di superare la barriera a quota 50 mila unità entro la fine dell'anno. "Un risultato - commenta il presidente Paolo Burli - che arriva in anticipo rispetto ai programmi in quanto è previsto l'ingresso degli 11 mila dipendenti dell'artigianato registrati al fondo Sia3. La strada è quella giusta e siamo il primo fondo a livello nazionale che presenta iscritti della parte pubblica e provata".

 

Si è passati dai 26.500 iscritti del 2015 ai 42.693 nel 2018 e il fondo evidenzia poi il trend di crescente utilizzo da parte degli scritti, i rimborsi per le spese sanitarie del 2018 ammontano a 2,9 milioni di euro contro i 2,2 milioni di 12 mesi prima per un dato complessivo che si attesta intorno ai 7 milioni di euro

 

Il punto di partenza è la spesa privata pro capite che nel 2016 in Trentino si aggira a 408 euro di media, dietro a Valle d'Aosta (532 euro) e davanti alla Lombardia (402 euro). Valori superiori alla media nazionale di 391 euro. "La sanità - evidenzia il direttore Alessio Scopa - funziona in quelle regioni che possono vantare una maggiore capacità di spesa e cultura nella salute. Importante come tra il rimborso medio di Sanifonds e la detrazione fiscale la media scende a 161 euro, circa il 19% quota resta a carico del privato".

 

Non solo numeri, Sanifonds cerca di rafforzare la visione di "Fondo differente". "La natura è integrativa e non sostitutiva del sistema sanitario pubblico - prosegue il direttore - quasi il 70% del budget complessivo è destinato a quelle prestazioni non coperte o coperte parzialmente dal pubblico. Un altro risultato importante è il modello 'autogestito', disegnato intorno ad un uso massiccio delle tecnologie informatiche e senza il ricorso all’intermediazione assicurativa: questo ci ha permesso di contenere i costi di gestione entro il 10% a fronte di una media dei fondi nazionali tra il 20 e il 25%. Un team giovane e multidisciplinare per un età media di 29 anni, 100% laureati e il 75% di questi in Trentino. In crescita anche il numero di utilizzatori dell'area riservata online che è passata da 21,5% del 2016 al 67,3% del 2018".

 

Ora Sanifonds punta in particolare su tre direttrici di sviluppo, il rilancio di Juniorfonds per incentivare l'ingresso dei figli nel fondo, l'integrazione della copertura pubblica in tema di non autosufficienza e un modello in grado di valorizzare le sinergia con altri attori, quali Pensplan e Laborfonds.

 

"L'obiettivo - conclude Burli - è quello di presentare entro fine anno il progetto territoriale della non autosufficienza per il quale sono stati accantonati circa 5 milioni di euro. E' fondamentale proteggere con assoluta certezza la parte debole della società e l'idea è quella di avere un tavolo territoriale e coinvolgere le realtà del settore: l'intenzione è creare uno strumento forte fin da subito".

 

Nel frattempo Sanifonds saluta anche la firma del protocollo di intesa con l'Università di Trento, in particolare il Dipartimento di economia e management, di "Alleanza per i dati" per studiare e analizzare i consumi privati territoriali e delineare il welfare e fabbisogni (Qui articolo).

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