Montagna e crisi climatica: dall'aeroporto per Cortina al bacino artificiale alle Viote, ecco le “brutte idee” per Legambiente (e alcune “buone” da copiare)
Nel dossier Nevediversa 2023, presentato ieri a Torino, Legambiente ha dedicato un capitolo ad alcune “brutte idee” per quanto riguarda una serie di progetti proposti per le terre alte, seguite da altrettante idee “buone” e da copiare. In entrambi i casi alcune di queste riguardano da vicino anche il Trentino, ecco quali
TRENTO. “Brutte idee” da evitare e “buone” da copiare: sono questi i titoli di due dei capitoli realizzati dagli esperti di Legambiente all'interno del dossier Nevediversa 2023, presentato ieri a Torino e dedicato all'analisi della situazione delle terre alte in Italia, tra crisi climatica e aumento delle temperature (Qui Articolo). Una situazione, l'abbiamo detto, che, tra la grande dipendenza del nostro Paese dall'innevamento artificiale ed il progressivo aumento delle temperature registrato negli ultimi decenni nelle località sciistiche, non è certo rosea e che, secondo Legambiente, impone di “ripensare ad un nuovo modello di turismo montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività”.
E' da queste premesse che gli esperti dell'associazione hanno preso il via per stilare, come detto, una lista di “brutte idee” relative ad una serie di progetti proposti per le terre alte, seguite poi da altrettanti esempi virtuosi "da copiare". In entrambi i casi, alcune di queste riguardano da vicino anche il Trentino. Tra i progetti bocciati da Legambiente c'è per esempio quello relativo al bacino artificiale nell'area naturalistica delle Viote, sul Monte Bondone (Qui Articolo). “I bacini per l'innevamento artificiale – si legge nel dossier – al di là del discutibile uso che se ne fa, comportano ovunque considerevoli impatti ambientali, ma alcuni più di altri risultano ingiustificabili. È il caso del bacino artificiale che si vuole costruire nell'area naturalistica delle Viote sul Monte Bondone. Un progetto che dopo due anni di stand by è stato nuovamente riproposto”.
Altra progettualità stroncata nel dossier dell'associazione l'aeroporto di Cortina (Qui Articolo): “Se è tutto fermo sul fronte del trasporto ferroviario sulla possibile tratta Belluno-Cortina (Qui Articolo) – scrivono gli esperti – si fa sempre più strada l'idea di ripristinare o meglio far rinascere l'eliporto di Fiames, a poca distanza da Cortina. Da quanto è dato sapere non si tratterebbe solo di un normale aeroporto. Tra le ipotesi ventilate quella di prevedere all'interno anche un'area destinata al decollo e atterraggio di droni elettrici per il trasporto di persone. Sostanzialmente una struttura al servizio di una elite, con un forte impatto ambientale in un'area montana di pregio e palesemente in contraddizione con gli obiettivi di riduzione dei gas serra”. Le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 invece, scrive Legambiente: “Potrebbero essere l'occasione per dotare il territorio di un efficace trasporto pubblico, avente come asse portante la ferrovia”.
Tra le “brutte idee” citate nel dossier c'è anche il Grande Carosello delle Dolomiti: “L'idea – si legge nel documento – è di creare un unico carosello sciistico nelle Dolomiti ampezzane, realizzando il comprensorio più grande del mondo: 1300 chilometri di piste sciabili tra Cortina, Arabba, Alleghe, Comelico e Val Badia. Sarebbe composta da 500 impianti di risalita che circonderebbero e attraverserebbero le vette e le valli dolomitiche dichiarate patrimonio dell'Umanità dall'Unesco”. In generale, continua Legambiente, i progetti insisterebbero proprio su un'area “riconosciuta per la sua importanza geologica, geomorfologica e naturalistica, ma anche estetica e paesaggistica”. Aree all'interno delle quali: “Nel 2009 venne preso l'impegno a non costruire assolutamente nulla. Un luna-park di dimensioni spropositate mal si concilia con la tutela degli ambienti naturali e della biodiversità, così come chiede l'Europa. Si tenta di giustificare le opere con la scusa della riduzione del traffico sulle strade dolomitiche, ma non sarà così”.
Passando invece alle idee “da copiare”, scrive Legambiente, tra la decisione di tenere chiusi gli impianti a ottobre 2022 e di puntare su una stagione invernale 'diversa', per gli esperti le “idee nuove” di Panarotta Skialp (Qui Articolo) sono da prendere come esempio: “È stata una decisione difficile ma di buon senso puntare sulla stagione invernale ma in maniera diversa: ciaspolate e slittino, sci alpinismo e passeggiate, come quella per raggiungere a quota 1600 metri la Lupa del Lagorai (Qui Articolo), l’opera realizzata da Marco Martalar con alberi distrutti dalla tempesta di Vaia e percorsi notturni organizzati da esercenti locali (“in Panarotta sotto la luna”). Dopo questa particolare stagione, resta da capire come lavorare per il futuro dell’Alta Valsugana”.
Da anni, continuano gli esperti: “Giorgio Daidola, docente di Analisi economico-finanziaria per le imprese turistiche all’Università di Trento, propone per la Panarotta nuove idee: trekking, ciaspole e impianti leggeri aperti quando c’è neve. Proposta rilanciata da Stefano Moltrer. Per l’ex-sindaco di Palù del Fersina la Panarotta potrebbe diventare la prima montagna del Nord Italia senza seggiovie dedicata in inverno a scialpinismo e ciaspole e al trekking in estate. Un pensiero coraggioso non raccolto per ora dalla politica. La Provincia infatti ha già finanziato con 1,4 milioni di euro la costruzione di un bacino artificiale per garantire anche alla Panarotta l’innevamento artificiale. I lavori dovrebbero cominciare questa primavera”.
Un altro comportamento virtuoso, del quale il Dolomiti si è tra l'altro occupato in diverse occasioni (Qui e Qui Articolo), citato da Legambiente è lo stop all'utilizzo delle motoslitte al rifugio Dibona a Cortina: “Dopo aver valutato la possibilità di chiudere in inverno, poiché 'stava diventando un luna park', il gestore ha scelto di rinunciare al servizio motoslitta, utilizzato da decenni dai turisti per raggiungere il Dibona”. Il gestore, Nicolo Recafina, aveva infatti spiegato al nostro giornale: “Nel tempo è cambiato tutto, a partire dal tipo di clientela. Le persone che richiedevano il servizio motoslitta negli anni era perlopiù chi, con tacchi e champagne alla mano, voleva venire qui solo per fare un giro prima della discoteca: cosa che, ovviamente, non è da condannare ma che non rispecchiava più quell'ambiente e atmosfera che volevamo potesse vivere quantomeno all'interno della nostra struttura d'alta quota”.