Clorpirifos nuoce all'uomo e agli animali ma si continua ad usare in Trentino (una volta l'anno), il responsabile della Fem: ''La legge non lo vieta''
La scorsa Giunta aveva siglato un protocollo per andare a limitarne sempre più l'utilizzo. Da parte del Centro per il Trasferimento Tecnologico di San Michele è arrivata la conferma che in Trentino il Clorpirifos si usa ancora ma questo, secondo i responsabili, non deve portare ad alcun allarmismo
TRENTO. Clorpirifos, il pesticida ''pericoloso'' che la vecchia giunta stava limitando continua ad essere usato in Trentino in determinate situazioni e “non è una emergenza. Il suo utilizzo è legale e i contadini possono farne uso una volta all'anno perché per certe problematiche è efficace”. Claudio Ioriatti, responsabile del Centro per il Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach è intervenuto sull'uso del Clorpirifos da parte delle aziende agricole.
La questione era stata sollevata da ildolomiti.it la scorsa settimana (QUI L'ARTICOLO), anche a seguito di una interrogazione depositata dal consigliere provinciale del M5S Filippo Degasperi, mettendo in luce alcuni effetti negativi che derivano dall'uso di questo pesticida sia per l'uomo che per gli animali. E' classificato, tra l'altro, come 'moderatamente pericoloso' dall'Organizzazione Mondiali della Sanità.
Da parte del Centro per il Trasferimento Tecnologico di San Michele è arrivata la conferma che in Trentino il Clorpirifos si usa ma questo, secondo i responsabili, non deve portare alcun allarmismo.
Come avevamo riportato nel precedente articolo, alcuni studi hanno confermato che la pericolosità del Clorpirifos sta nel fatto che blocca un enzima (acetilcolinesterasi), uno dei tanti neurotrasmettitori che mediano la comunicazione tra le cellule nervose. Questi effetti neurologici comportano rischi particolarmente elevati per i bambini quando i loro cervelli e sistemi nervosi si sviluppano.
“Già in passato – ha spiegato Ioriatti – era stato sottoscritto un accordo di programma tra diversi attori per mettere in campo alcune azioni utili per eliminare gradualmente la presenza dei fitofarmaci con l'obiettivo, fra l'altro, di preservare la qualità dei fiumi. In alcuni torrenti, infatti, era stata rilevata la presenza di queste sostanze, tra le quali il Clorpirifos, che ne hanno determinato lo scadimento dell'acqua. Da qui è partito un percorso di qualificazione che ha portato diverse limitazioni”
Il protocollo sottoscritto in passato per il 2019 è in fase di discussione. Si stanno decidendo gli obiettivi per il 2019. Per l'esperto del Centro per il Trasferimento Tecnologico, però, il “Clorpirifos Metil non è tra le sostanze che possono creare problemi oggi e non è un'emergenza”.
Nessun divieto, quindi, per un suo utilizzo ma in Trentino i produttori sembrano aver deciso di autolimitarsi, imponendosi delle precise norme per l'uso di questo pesticida.
“I produttori – ha spiegato il responsabile del CTT di San Michele – si sono imposti dei limiti più che altro per una questione di preoccupazione diffusa. Questo prodotto lo possono usare una volta all'anno, nel momento in cui si trovano ad affrontare alcune malattie delle piante come la psille del melo oppure l'emergenza della cimice asiatica. Se si verificano queste due problematiche l'agricoltore è autorizzato a usarlo una volta sola e solo per una parte della coltivazione”.
L'uso di questo pesticida, quindi, è rientrato anche nelle opzioni presentate negli incontri promossi dalla Fem negli scorsi mesi, come quello organizzato a Cles. “Davanti a determinate problematiche il Clorpirifos è molto efficace – viene spiegato – anche se i produttori capiscono le avversioni che si trovano nel contesto in cui producono”.
Da qui, quindi, la spinta per un graduale cambiamento che però, al momento, sembra tardare a prendere piede. “Non possiamo dire di togliere l'uso di questo prodotto dall'oggi al domani, serve una certa gradualità” ha concluso Ioriatti.